Ubi Petrus, ibi Ecclesia: "Dove c'è Pietro, lì c'è la Chiesa" (Sant'Ambrogio, Explanatio Psalmi XL, 30, 5)

venerdì 25 aprile 2025

IL PAPA DELLA GENTE RAGGIUNGE LA CASA DEL PADRE

L'UMANESIMO EVANGELICO DI FRANCESCO

SULLA ROTTA TRACCIATA DAL CONCILIO


di Antonino Legname

Il 21 aprile 2025 alle ore 07:35 Papa Francesco ha lasciato questa abitazione terrena per raggiungere la Casa del Padre. Con questa breve nota desidero salutare con grande commozione e gratitudine Francesco per tutto il bene che ha saputo seminare nella Chiesa e nel mondo in questi 12 anni di Pontificato. La sua umanità, fatta di semplicità nei gesti e nelle parole, mi ha accompagnato nel mio ministero pastorale in tutto questo tempo. Il suo Magistero, impregnato di umanesimo, radicato nel Vangelo ed ispirato al Concilio Vaticano II, è stato "integrale", perché ha cercato di tessere legami sempre più stretti e profondi tra gli esseri umani, perché "fratelli tutti". Un tema importante del suo pontificato è stato quello dell'ecologia integrale; diceva che, quando maltrattiamo la natura, maltrattiamo anche gli esseri umani e la prospettiva deve essere quella di aver cura del creato e di promuovere una vera ecologia del cuore capace di armonizzare la dimensione umana con quella spirituale nel rispetto delle differenze riconciliate. Francesco ha cercato di promuovere ancora di più un umanesimo "popolare", perché l'annuncio del Vangelo è dovere di tutto il popolo di Dio; in tale prospettiva si colloca la sua "teologia del popolo". La dimensione sinodale della Chiesa è un cantiere ancora aperto nel quale bisogna continuare a lavorare molto e con convinzione, anche per debellare la piaga del clericalismo. In tantissime occasioni, Francesco ha esortato i Pastori della Chiesa ad essere più vicini alla gente, ad avere l'odore delle pecore e a non lasciarsi anestetizzare dallo spirito mondano. Con l'umanesimo "solidale" il Santo Padre ci ha voluto insegnare a non vedere nell'altro un nemico, un concorrente o un numero, ma un fratello da amare; questo deve spingerci a dialogare sempre con tutti nel rispetto e a chinarci con tenerezza, comprensione e compassione davanti al fratello bisogno e fragile. Da qui la necessità di una "Chiesa in uscita" capace di raggiungere le periferie geografiche ed esistenziali. Il suo umanesimo è stato anche "inclusivo" e ci ha ricordato che nella Chiesa c'è posto per tutti: "non abbiamo il diritto di escludere gli altri, né tantomeno di giudicarli e di chiudere loro le porte. Anche alla radice delle piccoli o grandi guerre - dice Francesco - c'è sempre la volontà dell'esclusione". Pertanto, occorre imparare a spalancare le braccia, come Gesù sulla croce, per accogliere tutti, perché Dio si può incontrare ovunque e per la sua misericordia nessuno è legato irrimediabilmente al proprio passato di peccato. E mi piace sottolineare che l'umanesimo di Papa Francesco è anche "gioioso": il tema della gioia ricorre spesso nei suoi discorsi e Lui per primo aveva il senso dell'umorismo e ringraziava il Signore per non avergli tolto il buon umore, perché - come diceva - "una sequela triste è una triste sequela". Bisogna servire Dio con la gioia del cuore. Papa Francesco ci lascia un ricco patrimonio di insegnamenti carichi di umanità evangelica; i suoi numerosi gesti di vicinanza e di accoglienza continueranno ad illuminare il mio cammino umano e il mio ministero sacerdotale. 

Sono certo che il nuovo Successore dell'Apostolo Pietro saprà considerare e valorizzare il Magistero di Papa Francesco nella continuità innovativa e sulla rotta del Concilio Vaticano II, nella consapevolezza che il soffio vivificante dello Spirito Santo spinge la Chiesa sempre in avanti, anche in mezzo alle tempeste e alle contraddizioni della storia. Riposa in pace, Francesco,  prega per noi, per la Chiesa e per il mondo intero! Maria Santissima, con la sua tenerezza di Madre, ti accompagni tra le braccia misericordiose di Dio: Padre, Figlio e Spirito Santo.



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