IL SILENZIO DEL GIUSTO DAVANTI ALL’ACCANIMENTO
Francesco: «Dietro ogni accanimento c’è il
demonio, per distruggere l’opera di Dio»
Papa Francesco, Messa a Santa Marta, 27 marzo 2020 (foto da vatican.va) |
di Antonino Legname
«Davanti allo spirito di accanimento, bisogna avere
il coraggio di tacere», ha detto Papa
Francesco nella Meditazione della Messa
a Santa Marta, il 27 marzo 2020. Commentando le Letture bibliche della Messa
del giorno, il Papa ha spiegato che l’uomo giusto deve essere pronto a
sopportare con pazienza, e a volte anche con il silenzio, l’accanimento contro
di lui da parte di certa “gente malvagia”. Il Vescovo di Roma non esita a dire
che dietro ogni accanimento c’è sempre l’opera del diavolo: «che cerca
di distruggere e non risparmia i mezzi». Così è stato per Giobbe e così fu anche
per Gesù. Il compito del diavolo è quello di dividere e di «distruggere l’opera
di Dio». Nella sua opera diabolica, il maligno agisce con scaltrezza: a volte
agisce a distanza con le «tentazioni normali», quando per esempio tra le
persone c’è una «discussione o una inimicizia», ma quando inizia l’accanimento
nei confronti di qualcuno per fargli del male, allora la «presenza del demonio»
è vicina e forte. Il Vescovo di Roma ci esorta a pensare all’accanimento del
diavolo che tenta con ogni mezzo Gesù nel deserto; e non bisogna dimenticare «le
persecuzioni dei cristiani» - ricorda il Papa - «come il diavolo ha cercato i
mezzi più sofisticati per portarli all’apostasia, ad allontanarsi da Dio». Possiamo
dire che questo modo di agire con accanimento contro qualcuno è «diabolico: sì,
è intelligenza diabolica». A volte, il diavolo ci porta a fare bene il
male, e a fare male il bene, usando modi e strategie sofisticate, sottili e subdole. Per far
comprendere meglio dove arriva l’accanimento diabolico nella persecuzione,
Francesco riferisce il racconto di alcuni Vescovi, di uno dei Paesi dove c’era
la dittatura con un regime ateo, dove i cristiani venivano perseguitati: «il
lunedì dopo Pasqua le maestre dovevano domandare ai bambini: “Cosa avete
mangiato, ieri?”, e i bambini [nella loro innocenza e semplicità] dicevano cosa
c’era a pranzo. E alcuni dicevano: “Uova”, e quelli che dicevano “uova” poi
erano perseguitati» e alcuni anche uccisi. Questo era un modo sottile di fare spionaggio per
scoprire chi era cristiano, dato che «in quel Paese i cristiani mangiavano le
uova, la Domenica di Pasqua». Cosa si deve fare quando qualcuno avverte che c’è
accanimento contro di lui? Il Papa avverte: «discutere con questa gente non è
possibile perché hanno le proprie idee, idee fisse, idee che il diavolo ha
seminato nel [loro] cuore». E allora «cosa si può fare?». Francesco consiglia:
«Quello che ha fatto Gesù: tacere». E spiega: «Colpisce, quando leggiamo nel
Vangelo che davanti a tutte queste accuse Gesù taceva. Davanti allo spirito di
accanimento, soltanto il silenzio, mai la giustificazione. Mai. Gesù ha
parlato, ha spiegato. Quando ha capito che non c’erano parole, il silenzio. E
in silenzio Gesù ha vissuto la sua Passione. È il silenzio del giusto davanti
all’accanimento». Questo è il momento in cui il silenzio è d’oro, come si dice
comunemente. Quando qualcuno si sente minacciato perché avverte un certo
«chiacchiericcio» contro la propria persona, e a volte con accanimento quotidiano
«si dicono le cose e poi non viene fuori niente», bisogna stare in silenzio. Bisogna
avere il coraggio e la pazienza di «subire e tollerare l’accanimento del
chiacchiericcio», anche quando si trasforma in «accanimento sociale: nella
società, nel quartiere, nel posto di lavoro», e possiamo aggiungere anche nelle
comunità cristiane. L’accanimento ha come scopo: «distruggere l’altro perché si
vede che l’altro disturba, molesta». In conclusione, Francesco invita a
chiedere al Signore la grazia di lottare contro il cattivo spirito, di
discutere quando dobbiamo discutere; ma avere il coraggio di tacere davanti allo spirito di accanimento». Allora è
bene stare «in silenzio, davanti a Dio», il solo che non guarda le apparenze,
ma legge nel cuore di ogni uomo.