LE PILLOLE DI ARSENICO
DENTRO LA CHIESA
Francesco: «A
me non piace quando le critiche stanno sotto il tavolo: ti fanno un sorriso
facendo vedere i denti e poi ti danno il pugnale da dietro»
Conferenza Stampa di Papa Francesco sul volo di ritorno dal viaggio Apostolico in Africa (foto da vatican.va) |
di Antonino Legname
«Prima
di tutto, le critiche sempre aiutano, sempre. Quando uno riceve una critica
subito deve fare l’autocritica e dire: questo è vero o non vero? Fino a che
punto? E io sempre dalle critiche traggo vantaggi. A volte ti fanno arrabbiare…
Ma i vantaggi ci sono», ha detto Papa Francesco, rispondendo ad un giornalista
del quotidiano The New York Times,
durante la Conferenza stampa nell’aereo papale Air Madagascar, il 10 settembre 2919, rientrando a Roma dal suo recente viaggio apostolico in Africa. Sul volo di andata a Maputo un
giornalista aveva consegnato a Francesco un libro molto critico, scritto da un francese, intitolato “Comment l’Amérique veut changer de Pape” (“Come l’America
vuole cambiare Papa”).
Il Pontefice tiene a precisare che le critiche a lui rivolte non sono solo degli americani, ma ci sono «un po' dappertutto, anche in Curia».
Francesco non sopporta le critiche alle spalle, fatte «sotto il tavolo: ti fanno un sorriso facendo vedere i denti e poi ti danno il pugnale da dietro. Questo non è leale, non è umano». In un certo senso, il Papa fa un elogio della critica giusta e vera quando è leale, onesta e costruttiva, e quando chi la fa sa dialogare. Al contrario, quando la critica è fatta alle spalle si trasforma in un’arma micidiale, che il Papa non esita a paragonarla alle «pillole di arsenico». E spiega: «è un po’ buttare la pietra e nascondere la mano…». E facendo riferimento a se stesso per certe critiche che riceve, Francesco, senza peli sulla lingua, annota che se qualcosa del Papa non piace: «lo critico, parlo, faccio un articolo e gli chiedo di rispondere, questo è leale». Invece, «fare una critica senza voler sentire la risposta e senza fare il dialogo è non voler bene alla Chiesa, è andare dietro a un’idea fissa, cambiare il Papa, o fare uno scisma». E di fronte al rischio di uno scisma nella Chiesa cattolica, il Pontefice spiega che «uno scisma sempre è un distacco elitario provocato da un’ideologia staccata dalla dottrina. È un’ideologia, forse giusta, ma che entra nella dottrina e la stacca» e aggiunge: «per questo prego perché non ci siano degli scismi, ma non ho paura». Francesco fa presente che «sempre» nella Chiesa ci sono stati divisioni dottrinali e disciplinari a partire dagli inizi, come per esempio quello degli «ariani, gnostici, monofisiti...», fino allo scisma consumato da monsignor Lefebvre. In ogni caso lo scisma è sempre un taglio lacerante molto grave nel Corpo ecclesiale «perché c’è in gioco la salute spirituale di tanta gente». Purtroppo, ribadisce il Papa, «sempre c’è l’opzione scismatica nella Chiesa, sempre», spesso a causa della rigidità pelagiana di alcuni, i quali in nome della purezza dell’ortodossia non esitano a lacerare l’unità della Chiesa. Ma il Signore permette che anche nella Chiesa ci siano divisioni: «è una delle opzioni che il Signore lascia alla libertà umana». E in merito ai tanti interventi di Francesco sulle questioni sociali del nostro tempo, fino al punto che alcuni arrivano a dire: «il Papa è comunista…», il Vescovo di Roma fa notare che, in questo campo del sociale, tutto quello che dice è ripreso dal magistero di Giovanni Paolo II. Ma bisogna stare molto attenti a non ideologizzare la dottrina, perché «quando la dottrina scivola nelle ideologie, lì c’è la possibilità di uno scisma». Francesco fa presente che oggi «dentro la Chiesa ci sono tante scuole di rigidità, che non sono scismi ma vie cristiane pseudo scismatiche, che finiranno male»; e mette in guardia da quei cristiani, vescovi, sacerdoti rigidi perché «dietro ci sono dei problemi, non c’è la santità del Vangelo». Ed esorta tutti ad avere un atteggiamento di mitezza «con le persone che sono tentate da questi attacchi» scismatici.
Il Pontefice tiene a precisare che le critiche a lui rivolte non sono solo degli americani, ma ci sono «un po' dappertutto, anche in Curia».
Francesco non sopporta le critiche alle spalle, fatte «sotto il tavolo: ti fanno un sorriso facendo vedere i denti e poi ti danno il pugnale da dietro. Questo non è leale, non è umano». In un certo senso, il Papa fa un elogio della critica giusta e vera quando è leale, onesta e costruttiva, e quando chi la fa sa dialogare. Al contrario, quando la critica è fatta alle spalle si trasforma in un’arma micidiale, che il Papa non esita a paragonarla alle «pillole di arsenico». E spiega: «è un po’ buttare la pietra e nascondere la mano…». E facendo riferimento a se stesso per certe critiche che riceve, Francesco, senza peli sulla lingua, annota che se qualcosa del Papa non piace: «lo critico, parlo, faccio un articolo e gli chiedo di rispondere, questo è leale». Invece, «fare una critica senza voler sentire la risposta e senza fare il dialogo è non voler bene alla Chiesa, è andare dietro a un’idea fissa, cambiare il Papa, o fare uno scisma». E di fronte al rischio di uno scisma nella Chiesa cattolica, il Pontefice spiega che «uno scisma sempre è un distacco elitario provocato da un’ideologia staccata dalla dottrina. È un’ideologia, forse giusta, ma che entra nella dottrina e la stacca» e aggiunge: «per questo prego perché non ci siano degli scismi, ma non ho paura». Francesco fa presente che «sempre» nella Chiesa ci sono stati divisioni dottrinali e disciplinari a partire dagli inizi, come per esempio quello degli «ariani, gnostici, monofisiti...», fino allo scisma consumato da monsignor Lefebvre. In ogni caso lo scisma è sempre un taglio lacerante molto grave nel Corpo ecclesiale «perché c’è in gioco la salute spirituale di tanta gente». Purtroppo, ribadisce il Papa, «sempre c’è l’opzione scismatica nella Chiesa, sempre», spesso a causa della rigidità pelagiana di alcuni, i quali in nome della purezza dell’ortodossia non esitano a lacerare l’unità della Chiesa. Ma il Signore permette che anche nella Chiesa ci siano divisioni: «è una delle opzioni che il Signore lascia alla libertà umana». E in merito ai tanti interventi di Francesco sulle questioni sociali del nostro tempo, fino al punto che alcuni arrivano a dire: «il Papa è comunista…», il Vescovo di Roma fa notare che, in questo campo del sociale, tutto quello che dice è ripreso dal magistero di Giovanni Paolo II. Ma bisogna stare molto attenti a non ideologizzare la dottrina, perché «quando la dottrina scivola nelle ideologie, lì c’è la possibilità di uno scisma». Francesco fa presente che oggi «dentro la Chiesa ci sono tante scuole di rigidità, che non sono scismi ma vie cristiane pseudo scismatiche, che finiranno male»; e mette in guardia da quei cristiani, vescovi, sacerdoti rigidi perché «dietro ci sono dei problemi, non c’è la santità del Vangelo». Ed esorta tutti ad avere un atteggiamento di mitezza «con le persone che sono tentate da questi attacchi» scismatici.