IL “CANCRO
DIABOLICO” DELLA CALUNNIA
Francesco: «Quale
è la peggiore zizzania che distrugge una comunità? La zizzania della
mormorazione, la zizzania del chiacchiericcio»
di Antonino
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«La calunnia
uccide sempre. Questo “cancro diabolico”, che nasce dalla volontà di distruggere
la reputazione di una persona», ha detto Papa Francesco nella Catechesi dell’Udienza Generale di Mercoledì 25 settembre 2019, in Piazza San Pietro. La calunnia è
una patologia molto grave che aggredisce e danneggia il corpo ecclesiale. Senza
peli sulla lingua il Pontefice, ancora una volta, condanna fortemente la brutta
abitudine di coloro che si coalizzano per infangare qualcuno; spesso lo fanno «per
meschini interessi o per coprire le proprie inadempienze». Il virus della
calunnia è molto contagioso e colpisce persone e comunità. «La calunnia e la
falsa testimonianza – ribadisce Francesco – sono la soluzione più meschina per
annientare un essere umano». Il Vescovo di Roma fa presente che anche nella
comunità cristiana delle origini non mancavano i problemi, i contrasti e le
divisioni. E ricorda l’episodio raccontato negli Atti degli Apostoli quando nella
comunità venivano accolti «non solo i giudei, ma anche i greci, cioè persone
provenienti dalla diaspora, non ebrei, con cultura e sensibilità proprie e con
un’altra religione». Alcuni si scandalizzavano dell’accoglienza dei cosiddetti
«pagani» e di fronte a questo problema spuntò la «zizzania». Il Papa si
domanda: «Quale è la peggiore zizzania che distrugge una comunità?». La
risposta del Pontefice è chiara: «La zizzania della mormorazione, la zizzania
del chiacchiericcio: i greci mormorano per la disattenzione della comunità nei
confronti delle loro vedove». A quel punto gli Apostoli, per ristabilire gli
equilibri all’interno della comunità cristiana, scelsero «sette uomini di buona
reputazione, pieni di Spirito e di sapienza» (At 6,3), con il compito di
servire alle mense e di aver cura dei più poveri. La presenza e il ministero
del servizio dei diaconi permise agli Apostoli di dedicarsi alla loro vocazione
principale, cioè alla preghiera e alla predicazione della Parola di Dio: «pregare
e annunciare il Vangelo». Chi è il diacono nella Chiesa? Papa Francesco,
anzitutto, ci tiene a precisare che il diacono «non è un sacerdote in seconda,
è un’altra cosa; non è per l’altare, ma per il servizio»; e ricorda l’esempio
del diacono Stefano, accusato da falsi testimoni e condannato a morte con la
lapidazione, per aver evangelizzato con «parresia». Non dimentichiamo che anche
con Gesù avevano fatto lo stesso «e lo stesso faranno con tutti i martiri
mediante falsi testimoni e calunnie» - dice il Vescovo di Roma. Cosa fare nei
confronti dei calunniatori? Il Papa ci chiede di fare come ha fatto Gesù e come
ha fatto il diacono Stefano: «abbandonare la propria vita nelle mani del Padre
e perdonare chi ci offende». Non è facile, ma è questo che ci identifica come
figli di Dio e qualifica la nostra fede.