LE
RADICI DELLA FEDE “FATTA IN CASA”
Francesco: «Quando sarà la fine del
mondo? Quando le persone non ameranno più! Perché senza amore e senza Dio
nessun uomo può vivere sulla terra»Papa Francesco incontra i giovani e le famiglie a Iasi in Romania, 1 giugno 2019 (foto da vatican.va) |
di
Antonino Legname
«Quando cresci,
non ti dimenticare di tua madre e di tua nonna e di quella fede semplice ma
robusta che le caratterizzava e che dava loro forza e costanza per andare
avanti e non farsi cadere le braccia», ha detto Papa Francesco durante
l’incontro con la gioventù e con le famiglie a Iasi in Romania, il 1° giugno
2019. Il Pontefice tiene a precisare che
«la fede non si trasmette solo con le parole, ma con gesti, sguardi, carezze
come quelle delle nostre madri, delle nostre nonne; con il sapore delle cose
che abbiamo imparato in casa, in maniera semplice e genuina». Il Vescovo di
Roma ha ribadito l’importanza del «camminare insieme» abbracciando le
differenze. Riuscire a camminare tutti insieme, ognuno con la propria lingua e
tradizione, non è sempre facile; «è un dono che dobbiamo chiedere, un’opera
artigianale che siamo chiamati a costruire e a trasmettere». E lo Spirito
Santo, che è armonia e unità, darà la forza «per aprire percorsi di speranza
tirando fuori il meglio da ciascuno». Purtroppo, la comunione fraterna viene
continuamente insidiata e minacciata dal maligno che «divide, disperde, separa
e crea discordia, semina diffidenza. Vuole che viviamo “distaccati” dagli altri
e da noi stessi». Da qui l’urgente necessita – esorta il Papa – di invocare lo
Spirito Santo che «al contrario, ci ricorda che non siamo esseri anonimi,
astratti, esseri senza volto, senza storia, senza identità». Non siamo delle
isole, «non siamo esseri vuoti e superficiali». Grazie all’opera dello Spirito
è possibile costruire tra gli esseri umani «una rete spirituale molto forte che
ci unisce, ci “connette” e ci sostiene e che è più forte di ogni altro tipo di
connessione». Il Vescovo di Roma invita a ringraziare coloro che ci hanno
trasmesso la fede e «a riabilitare la generosità, il coraggio, il disinteresse
di una fede “fatta in casa”, che passa inosservata ma che costruisce a poco a
poco il Regno di Dio». Perché la vera fede – dice Francesco - “non è quotata in borsa”, non si vende, ma è
un dono di Dio; è «un canto più forte di tutte le sirene che vogliono
paralizzare il nostro cammino» di fraternità e di solidarietà. La fede ci
spinge a riconoscerci fratelli «come le stelle della notte», perché «noi
apparteniamo gli uni agli altri e la felicità personale passa dal rendere
felici gli altri. Tutto il resto sono favole» - ha rimarcato il Papa. È l’amore
il senso e il motore della vita. E se volessimo rispondere alla domanda “quando
sarà la fine del mondo?”, «Quando le persone non ameranno più, sarà davvero la
fine del mondo» – risponde Francesco - Perché
senza amore e senza Dio nessun uomo può vivere sulla terra! La fine del
mondo ci sarà quando attorno a noi vedremo «più trincee che strade». Allora la
vita comincerà «a spegnersi e a marcire, il nostro cuore smetterà di battere»;
e a questo triste epilogo, il Papa aggiunge che «quando non ci saranno sentieri
dal vicino al vicino: gli anziani non sogneranno e i giovani non
profetizzeranno». Francesco conclude l’incontro con i giovani e le famiglie
rumene, proponendo una preghiera semplice:
«Lì dove c’è
molto rumore, che sappiamo ascoltare;
dove c’è
confusione, che ispiriamo armonia;
dove tutto si
riveste di ambiguità, che possiamo portare chiarezza;
dove c’è
esclusione, che portiamo condivisione;
in mezzo al
sensazionalismo, ai messaggi e alla notizie rapide, che abbiamo cura
dell’integrità degli altri;
in mezzo
all’aggressività, che diamo la precedenza alla pace;
in mezzo alla
falsità, che portiamo la verità».