COME
UN LEONE FURIOSO
Francesco: «Il
cristiano sa quanto soggiogante sia il potere del male, e nello stesso tempo fa
esperienza dell’aiuto di Gesù»
di Antonino Legname
«Ma liberaci dal male» è «l’ultimo grido del
“Padre nostro”» - ha detto Papa Francesco nella Catechesi del Mercoledì in
Piazza San Pietro, il 15 maggio 2019. Si tratta di un male “dalle larghe
falde”, che tiene sotto il suo ombrello le esperienze più diverse: i lutti
dell’uomo, il dolore innocente, la schiavitù, la strumentalizzazione
dell’altro, il pianto dei bambini innocenti». Non c’è dubbio che «tutti questi
eventi protestano nel cuore dell’uomo» e nella preghiera del Padre nostro
diventano voce e petizione conclusiva. Papa Francesco richiama il passo biblico dell’apostolo Pietro quando dice che "il diavolo, è intorno a noi come un leone furioso, per divorarci". Veramente la presenza del maligno è una realtà
nella vita di tutti gli uomini. «C’è un male nella nostra vita, che è una
presenza inoppugnabile» - ha rimarcato il Pontefice. Ripercorrendo la storia
dell’umanità ci si imbatte sempre in questo «male misterioso, che sicuramente
non è opera di Dio ma che penetra silenzioso tra le pieghe della storia». Purtroppo,
a volte sembra che il male abbia il sopravvento e la sua presenza «sembra
perfino più nitida di quella della misericordia di Dio». Nella Bibbia il male
viene rappresentato «come il serpente che porta il veleno silenziosamente» non
solo «nella natura, nella storia», ma, perfino, nel cuore stesso dell’uomo. C’è
qualcuno che può dire di essere esente dal male o di non subire la malizia
della tentazione? Il Vescovo di Roma risponde che «tutti noi abbiamo
sperimentato sulla nostra carne la tentazione, di qualsiasi peccato» e tiene a precisare che «è il tentatore che ci muove e ci spinge al male,
dicendoci: “fa questo, pensa questo, va per quella strada”». Anche Gesù fu
tentato senza mai cedere alle lusinghe
del diavolo ed ha sperimentato «la trafittura del male»: la solitudine, il
disprezzo, l’umiliazione fino alla morte in croce. Mai dobbiamo stancarci di
chiedere a Gesù risorto il dono della pace, la forza «per non cadere nel male»
e, se cediamo alla tentazione, lo invochiamo di non abbandonarci e di liberarci dal maligno.