I
PROCESSI DI NULLITA’ DEL MATRIMONIO
Francesco:
«La spinta riformatrice del processo matrimoniale canonico è
caratterizzata dalla prossimità, celerità
e gratuità delle procedure»
Papa Francesco incontra i Vescovi italiani, 20 maggio 2019 |
di
Antonino Legname
«Il giudizio, per quanto possibile, si celebri
nella Chiesa diocesana, senza indugio e senza inutili prolungamenti», ha detto
Papa Francesco ai Vescovi italiani riuniti in Vaticano il 20 maggio 2019, in occasione della
73.ma Assemblea Generale della Conferenza Episcopale Italiana. Il Papa è
tornato a parlare della riforma dei processi di nullità matrimoniale che è
entrata in vigore l’8 dicembre 2015 con i due Motu proprio Mitis Iudex Dominus Iesus, per il Codice della Chiesa latina e Mitis et Misericors Iesus, per quello
delle Chiese Orientali. Il Pontefice si dice rammaricato di dover «constatare
che la riforma, dopo più di quattro anni, rimane ben lontana dall’essere applicata
nella gran parte delle Diocesi italiane», e pertanto ritiene di dover ribadire
ancora una volta che il Motu Proprio di Pio XI Qua cura del 1938, che istituiva i Tribunali
Ecclesiastici Regionali in Italia, è stato abolito. In altre parole, il Vescovo
di Roma torna a chiedere che in tutte le Diocesi i singoli Vescovi procedano
all’erezione del tribunale diocesano che abbia anche la competenza di trattare
le cause di nullità matrimoniale; le stesse norme della riforma prevedono che
là dove non fosse possibile costituirlo, soprattutto per mancanza di forze e di
personale, si può accedere ad un Tribunale diocesano o interdiocesano più
vicino. Al Pontefice sta molto a cuore la «conversione delle strutture e delle
persone» affinché vengano garantite la «prossimità, la celerità e
la gratuità delle procedure di nullità matrimoniale. Per raggiungere
queste finalità, il Papa chiede a tutti gli operatori dei Tribunali
ecclesiastici di «non anteporre null’altro che possa impedire o rallentare
l’applicazione della riforma, di qualsiasi natura o interesse possa trattarsi»;
e con parole molto chiare Francesco mette in guardia da certi rischi: «non
permettiamo che gli interessi economici di alcuni avvocati oppure la paura di
perdere potere di alcuni Vicari Giudiziari frenino o ritardino la riforma». Ovviamente,
non si può generalizzare, tanto è vero che in un’altra occasione, il 27
settembre 2018, il Papa si è detto rallegrato
nell’apprendere che «molti Vescovi e Vicari giudiziali hanno prontamente
accolto e attuato il nuovo processo matrimoniale, a conforto della pace delle
coscienze, soprattutto dei più poveri e lontani dalle nostre comunità
ecclesiali». Qual è la situazione in Sicilia dopo la Riforma di Papa
Francesco? Nella nostra Isola si sono già costituiti sei Tribunali, di cui
cinque Diocesani (Agrigento, Messina-Lipari-S.L.del Mela, Nicosia, Noto, Siracusa), e uno Interdiocesano che comprende le altre tredici Diocesi della Sicilia. È
importante che ogni Tribunale garantisca la prossimità alle persone
ferite dal fallimento del loro matrimonio; ed è bene – come già di fatto si fa
in tutti i Tribunali ecclesiastici siciliani - che tutta l’istruttoria del
procedimento canonico di nullità matrimoniale venga svolta nella Chiesa
diocesana dove le parti e i testimoni dimorano. Anche eventuali processi più
brevi - quando la nullità è manifesta, di «rapida dimostrazione» e «sostenuta dalla
domanda congiunta dei coniugi» - vengono
istruiti nella Diocesi competente e «la decisione finale, di dichiarazione
della nullità o di rinvio della causa al processo ordinario, appartiene al
Vescovo stesso» che è il Giudice naturale nella sua Chiesa particolare. Deve
essere chiaro che le nuove norme che riformano il processo canonico non servono
a favorire e a facilitare la nullità dei matrimoni, ma a semplificare e a
velocizzare la procedura processuale. Occorre rendere più veloci i processi di
nullità matrimoniale, così da servire con più sollecitudine i fedeli che desiderano
fare chiarezza sulla validità o meno del loro matrimonio, sempre nel pieno
rispetto della ricerca della verità. È importante non dimenticare che il
processo serve a constatare la verità dei fatti e non ad inventare con artifizi
giuridici l’eventuale esistenza di motivi di nullità. Pertanto, la celerità dei
processi, invocata dal Papa, non deve essere confusa con la fretta di
concludere la causa a qualunque costo per potersi risposare in chiesa. Il
Vescovo di Roma in diverse occasioni ha rimarcato che la gratuità dei processi canonici di nullità matrimoniale è un
obiettivo che bisogna perseguire con impegno e determinazione. «Il termine gratuità
– ricorda il Papa - rimanda al mandato evangelico secondo il quale gratuitamente
si è ricevuto e gratuitamente si deve dare (cfr Mt 10,8), per cui
richiede che la pronunzia ecclesiastica di nullità non equivalga ad un elevato
costo che le persone disagiate non riescono a sostenere». Nella Chiesa tutti
hanno il diritto di accedere ai tribunali ecclesiastici per chiedere giustizia,
e coloro che hanno difficoltà economiche possono chiedere l’assistenza del
Patrono stabile o avvalersi del gratuito o del semi gratuito patrocinio. In
ogni caso le norme canoniche prevedono la possibilità di stare in giudizio anche
da soli senza l’assistenza di un Avvocato iscritto all’albo del Tribunale. Invece,
chi liberamente sceglie di farsi rappresentare da un Patrono di fiducia deve
retribuire il lavoro non sempre facile e agile del professionista nel rispetto
dei parametri tariffari stabiliti dalla Conferenza Episcopale Italiana. Il Papa
in qualche altra occasione, forse per le tante lamentale che gli arrivano, senza
voler generalizzare, ha messo in guardia dal «pericolo» di
«alcuni» avvocati che in queste situazioni di «fragilità» pensano solo al guadagno
che possono trarre. D’altra parte, lo stesso Pontefice, nel chiedere che venga
assicurata la gratuità dei processi, fa salva «la giusta e dignitosa
retribuzione degli operatori dei Tribunali».