LE CRÊPES DELLE BUGIE E DELLE CHIACCHIERE
Francesco: «Se io faccio delle chiacchiere, non amo Dio, perché con le chiacchiere sto distruggendo quella persona. Le chiacchiere sono come le caramelle di miele, che sono anche buone, una tira l’altra e l’altra e poi lo stomaco si rovina»
Papa Francesco durante la Meditazione della Messa a Santa Marta, 10 gennaio 2019 (foto dal sito di vatican.va) |
di Antonino Legname
«A Carnevale c’è la tradizione di offrire come dolci le
crêpes: voi tutti le conoscete. Ci sono alcune, in dialetto, che si chiamano
“le bugie”: sono rotonde», ma non “consistenti”, essendo “piene di aria”. E
anche «lo spirito del mondo è così: pieno di aria. Non serve. Si sgonfierà» -
ha detto Papa Francesco durante la Meditazione della Messa a “Casa Santa Marta”,
il 10 gennaio 2019. Devo dire che da noi, in Sicilia, a Carnevale si friggono delle
pastelle allungate e vuote dentro, quasi a forma di lingua, che si chiamano “chiacchiere”.
Con bugie e chiacchiere si alimenta lo “spirito del mondo”, che – ha spiegato
Francesco - «è lo spirito della vanità, delle cose che non hanno forza, che non
hanno fondamento e che cadranno». Infatti lo spirito del mondo – dice il Papa -
«può offrire soltanto bugie». Il Pontefice, prendendo spunto dalla prima lettera
di san Giovanni apostolo (4, 19 - 5, 4), ha ricordato che l’amore verso il
prossimo è come la cartina di tornasole per verificare l’amore verso Dio;
infatti, se uno non è capace di amare quello che vede, come potrà amare ciò che
non vede? L’esortazione di Francesco è chiara e concreta: «ama questo che vedi,
che puoi toccare, che è reale. E non le fantasie che tu non vedi. “Oh, io amo
Dio!” - sì, ma prova: prova ad amarlo in questo. Se tu non sei capace di amare
Dio nel concreto, non è vero che tu ami Dio». È un invito alla coerenza e alla testimonianza
dell’amore, per non cadere nella bugia di dire che si ama Dio quando in realtà si
odia il prossimo. Quando nell’animo umano c’è divisione e quando si semina
divisione nella famiglia, nella comunità e nella società, significa che lì non
c’è Dio ma lo spirito del mondo, che – ha ribadito il Papa - «è uno spirito di
divisione», che genera «l’odio e la guerra». E per non essere astratti, il
Pontefice, indica tre segnali chiari per capire se uno ama o non ama il prossimo:
il primo segnale è la preghiera. Se io non prego per il mio fratello, anche per
quello che mi è antipatico, nemico e mi odia, significa che non amo il prossimo
e non amo Dio. Il secondo segnale è dato dai sentimenti negativi che si provano
nel cuore: se c’è gelosia, invidia, odio, fino al punto da augurare il male a
qualcuno, significa che non ami il prossimo veramente. E a quel punto è segno
di incoerenza dire che si ama Dio. Papa Francesco consiglia di estirpare subito
questi sentimenti che sono molto pericolosi. E il terzo segnale è legato al “chiacchiericcio”.
Senza giri di parole, il Vescovo di Roma ammonisce: «Mettiamoci nel cuore e
nella testa, chiaramente: se io faccio delle chiacchiere, non amo Dio, perché
con le chiacchiere sto distruggendo quella persona». E usando un’immagine molto
eloquente, aggiunge: «Le chiacchiere sono come le caramelle di miele, che sono
anche buone, una tira l’altra e l’altra e poi lo stomaco si rovina, con tante
caramelle... Perché è bello, è “dolce” chiacchierare, sembra una cosa bella; ma
distrugge. E questo è il segnale che tu non ami». E anche in questa occasione,
Francesco ribadisce che «se una persona lascia di chiacchierare nella sua vita,
io direi che è molto vicina a Dio: molto vicina». In un’altra circostanza aveva
detto che se si trovasse una persona che nella sua vita mai ha sparlato degli
altri, si potrebbe farla subito santa. Francesco spiega: «Perché non
spettegolare custodisce il prossimo, custodisce Dio nel prossimo». Sappiamo quanto
sia difficile tenere la lingua a freno e lottare per vincere lo spirito del
mondo. Per questo abbiamo bisogno di irrobustire la fede perché «soltanto la
fede ci darà la forza di non chiacchierare, di pregare per tutti, anche per i
nemici e di non lasciar crescere i sentimenti di gelosia e di invidia».