L’IDENTITA’ È UN’OPERA
D’ARTE
Francesco: «La
nostra identità non è un dato che viene stabilito, non è un numero di fabbrica,
non è un'informazione che posso cercare su Internet per sapere chi sono».
di Antonino Legname
«Per incontrarsi bisogna essere sicuri della propria identità. Non puoi
negoziare la tua identità per incontrare l'altro, non puoi mascherare la tua
identità, non puoi nasconderla, perché la vita non è un carnevale, è qualcosa
di molto serio». Così Papa Francesco, il 1° novembre 2018, si è rivolto, con un
videomessaggio, ai partecipanti al III Incontro Mondiale dei Giovani, promosso
dalla Fondazione “Scholas Occurrentes” insieme a World Ort, che si è svolto nei giorni scorsi a
Buenos Aires, in Argentina. Il Pontefice ha parlato dell’importanza dell’
«identità»: culturale, sociale, religiosa, ecc. La parola «identità» rimanda
alle domande esistenziali: «chi sono io?», «che significato ha la mia vita?». Questi
interrogativi sono sempre aperti, fino alla fine dell’esistenza. Perché la
nostra identità – ha spiegato il Papa - non è un dato che viene stabilito, non
è un numero di fabbrica, non è un'informazione che posso cercare su Internet
per sapere chi sono. Non siamo qualcosa di totalmente definito, stabilito.
Siamo in cammino, siamo in crescita». In verità noi «siamo ciò che Dio sogna
per noi». Nessuno deve svendere la propria identità, altrimenti perderebbe la
propria appartenenza, la propria storia. Infatti, l’identità di ogni uomo non è
astratta e non si costruisce in laboratorio, ma affonda le radici in una
famiglia, in un Paese, in una comunità. E questa identità dà il senso dell’appartenenza
a «qualcosa che mi trascende» e che mi supera. Di questi tempi c’è il pericolo
di perdere la propria identità, specialmente quando ci si dimentica delle
proprie radici, quando si vede l’altro con paura, come un nemico. «Da qui
comincia la guerra» - ha avvertito il Papa. Quando non si dialoga più e si
perde la memoria e la speranza. Quando si vive nella cultura del sospetto, fino
al punto da sentirsi dire: «Non fidarti di lui perché venderebbe anche sua
madre». E allora non vendere la tua identità, cioè la tua appartenenza, che si
fa cammino per incontrare l’altro diverso da te, ma fratello. Papa Francesco
conclude augurando che ognuno faccia della propria identità e della propria
appartenenza «un’opera d’arte».