LA LOTTA INTERIORE CONTRO IL DIAVOLO
Francesco: «Il demonio, quando prende
possesso del cuore di una persona, rimane lì, come a casa sua e non vuole
uscirne»
di Antonino Legname
«L’essenza del demonio è distruggere». Purtroppo,
ci sono quelli che minimizzano il problema della presenza del maligno e dicono:
“no, ma non è così, sono invenzioni dei preti, no, non è vero”». “Sono finiti i
tempi del medioevo”, potrebbe obiettare qualcuno. Questa è la grande astuzia
del demonio, far credere che non esista. Papa Francesco ritorna a parlare
dell’opera del diavolo nella vita del cristiano e nella vita della Chiesa. E
trae lo spunto dal Vangelo della Messa celebrata a Casa Santa Marta, il 12
ottobre 2018. Non bisogna sottovalutare la forza del demonio, che «quando
prende possesso del cuore di una persona, rimane lì, come a casa sua e non
vuole uscirne». Francesco spiega che Gesù scaccia i demoni perché «questi
cercano di rovinare la persona, di fare del male, anche fisicamente». È proprio
vero che quando il demonio prende dimora nel cuore dell’uomo, ci sta bene e con
comodità; per questo «non vuole uscire da noi quando è dentro. Non vuole
uscire» - ha ribadito il Pontefice. Se un nemico dobbiamo temere, quello è il
diavolo. I demoni erano i veri nemici di Gesù e devono essere anche i nostri
nemici, dai quali dobbiamo guardarci e difenderci con i mezzi che il Signore ha
messo a nostra disposizione, soprattutto la preghiera e la penitenza. Nel cuore
dell’uomo si combatte una vera «lotta tra il bene e il male». Non dobbiamo
abbassare la guardia pensando che si tratti di una lotta troppo astratta; fin
dall’inizio Dio ha dovuto lottare contro il «serpente antico» e Gesù ha lottato
con il diavolo, specialmente quando veniva tentato nel deserto, o quando doveva
scacciarlo da qualcuno che ne era posseduto. A volte non ci rendiamo conto che
«siamo in lotta» dentro di noi e che da soli è veramente difficile vincere il
demonio, che a tutti i costi vuole la nostra rovina. Il Papa dice che «il
compito del demonio è distruggere. Questa è la sua vocazione: distruggere
l’opera di Dio». Francesco fa notare che a volte noi ci comportiamo in maniera
superficiale e immatura quando crediamo che il diavolo non esista e pensiamo
che sia una invenzione della Chiesa. Il Vescovo di Roma ci avverte che il
diavolo è molto astuto, «è più furbo di una volpe» e quando non riesce a
distruggere una persona perché c’è lo scudo della forza di Dio, allora «cerca
il modo di riprendere possesso di quella casa, di quell’anima, di quella
persona». E in che modo lo fa? Usando una diabolica strategia: «fa “l’educato”:
va, vede, cerca una bella cricca, bussa alla porta — “permesso? posso entrare?”
— suona il campanello e questi demoni educati sono peggiori dei primi, perché
tu non ti accorgi che li hai a casa». Si, è proprio vero che i diavoli si
possono avere in casa propria senza che uno se ne accorga. E poi, quando meno
te l’aspetti ti colpiscono e fanno di tutto per annientarti. Papa Francesco
dice che questo è «lo spirito mondano» e spiega che «il demonio o distrugge
direttamente con i vizi, con le guerre, con le ingiustizie, o distrugge
educatamente, diplomaticamente». In che modo? Questo tipo di demoni tessono la
tua distruzione senza fare troppo rumore: «si fanno amici, ti persuadono — “No,
va, non fa tanto, no, ma fino a qui sta bene” — e ti portano sulla strada delle
mediocrità, ti fanno un “tiepido” sulla strada della mondanità». Francesco avverte
che non sempre è facile rendersi conto di avere in casa propria il nemico; è
come «quando tu vai a letto, e fra le lenzuola c’è lo scorpione” — “Ma è uno
scorpione amico, non fa del male”». Stiamo attenti! Perché così facendo «noi
cadiamo in questa mediocrità spirituale, in questo spirito del mondo che ci
rovina, ci corrompe da dentro». Il Pontefice non esita a dire che ha più paura
di questo tipo di «demoni educati» e abili nell’arte dell’adulazione per farti
credere che non sono tuoi nemici, piuttosto che di quelli che l’esorcista scaccia
quando una persona viene posseduta dal diavolo. A questo punto Francesco si
domanda cosa sia peggiore nella vita di una persona: «un peccato chiaro o
vivere nello spirito del mondo, della mondanità?». «Che il demonio ti butti su
un peccato — anche, non uno, venti, trenta peccati, ma chiari, che tu ti
vergogni — o che il demonio sia a tavola con te e viva, abiti con te ed è tutto
normale, ma lì, ti dà le insinuazioni e ti possiede con lo spirito della
mondanità?». A questo punto, il Papa ripropone la preghiera di Gesù nell’ultima
cena: “Padre, io ti chiedo per questi, difendili dallo spirito del mondo”». E
«lo spirito della mondanità è questo – ripete Francesco - quello che portano i demoni educati … che
vogliono entrare per la porta di casa come invitati a nozze»; di fronte a
questi demoni ci vuole: “vigilanza e calma”.