LA CHIESA PIANGE E PREGA PER I SUOI FIGLI
Francesco: «Ama
la Chiesa come ami tua madre»
di Antonino Legname
(Parte IV)
Papa
Francesco ha detto che per lui l’immagine più bella della Chiesa è quella della
“Chiesa madre”. La
Chiesa è nostra Madre, perché ci ha generati alla fede e non ci si separa dalla
propria madre solo perché si è arrabbiati con lei, a causa dei tanti errori
storici di alcuni suoi figli o per aver subìto qualche torto dai propri
fratelli. Bisogna riscoprire il volto materno della Chiesa. Il Papa ha
ricordato ai Vescovi brasiliani che l’azione pastorale della Chiesa non è altra
cosa dall’esercizio della maternità della Chiesa: essa genera, allatta, fa
crescere, corregge, alimenta, conduce per mano – ha detto - Serve, allora, una
Chiesa capace di riscoprire le viscere materne della misericordia. Senza la
misericordia c’è poco da fare oggi per inserirsi in un mondo di «feriti», che
hanno bisogno di comprensione, di perdono, di amore”. Nell’intervista a “La
Civiltà Cattolica” Bergoglio ha detto che “la cosa di cui la Chiesa ha più
bisogno oggi è la capacità di curare le ferite e di riscaldare il cuore dei
fedeli, la vicinanza, la prossimità” e paragona la Chiesa di oggi a un
“ospedale da campo dopo una battaglia” e spiega: “è inutile chiedere a un
ferito grave se ha il colesterolo e gli zuccheri alti! Si devono curare le sue
ferite. Poi potremo parlare di tutto il resto. Curare le ferite … e bisogna
cominciare dal basso”. Anche ai preti del clero di Roma, il Papa raccomanda di
curare soprattutto con la misericordia e con la vicinanza le tante ferite della
gente; e sono tante le persone ferite dentro e fuori questo “ospedale da campo”
che è la Chiesa di oggi: “gente ferita dai problemi materiali, dagli scandali,
anche nella Chiesa … Gente ferita dalle illusioni del mondo”. Bisogna curare
non solo le “ferite aperte”, quelle ben visibili, ma anche le “ferite nascoste”
di coloro che si allontanano dalla madre Chiesa con amarezza e delusione [...]. Tutti hanno un punto debole, il mio è l'amore per la Chiesa: come un
figlio che ama la propria madre. E non si può parlare della propria madre come
se fosse un'estranea o una poco di buono.
É vero che a volte la Chiesa potrebbe
apparire come una madre invecchiata, con il corpo pieno di cicatrici, che sono
i peccati dei suoi figli, con le rughe del tempo molto marcate, con molte
protesi (che sono le strutture storiche e contingenti della Chiesa) e
claudicante, e che in certi momenti stenta a tenere il passo con i tempi; mi
rammarico e mi addoloro quando vedo questa madre un po’ sporca, anche a causa
del mio peccato […]; ma io devo aiutare questa madre a rialzarsi e a ripulirsi.
Come? Cercando anzitutto di purificare me stesso; infatti sono le tante e
singole gocce di acqua sporca che fanno un mare inquinato.
Quando ero bambino
pensavo da bambino, agivo da bambino, ma quando sono diventato adulto, la madre
Chiesa, che durante la mia infanzia e adolescenza mi sembrava così perfetta –
come ogni bambino che esalta e idealizza le qualità della propria madre – ora
invece, anzi da tempo, questa madre mi appare in tutta la sua miseria umana. A
volte si abbellisce e si cura esternamente e sembra tanto bella, ma quando cala
la sera, la sera dei problemi, degli scandali, delle invidie, delle diatribe
tra fratelli, delle corse ai primi posti e tutto il maquillage esterno e
appariscente si cancella, allora mi rendo conto che il volto di questa madre
appare quasi spaventoso. Questa madre soffre e il suo volto viene sfigurato
dagli scandali dei suoi figli, i quali continuano a procurarle tanti problemi e
preoccupazioni, come se non bastassero gli scandali e gli errori del passato.
Ma è sempre mia madre! “E’ un po’ invecchiata – ammette il Papa – e dobbiamo
ringiovanirla, ma non portandola dal medico che fa la cosmetica”. La Chiesa
“diventa più giovane quando è capace di generare figli; diventa più giovane
quanto più diventa madre”. E come una madre
pulisce il proprio bambino che si sporca, così la Chiesa – ha detto il Papa –
“è tanto madre, che ci vuole anche così, tante volte sporchi, ma … ci pulisce:
perché è madre!”. C’è chi si ostina a volere questa madre all’altezza dei tempi
di oggi, aperta alle esigenze del mondo moderno; c’è invece chi la vuole
all’antica, fortemente attaccata alla tradizione e alla sua vecchia liturgia.
Questa madre è tirata e a volte strattonata dai suoi stessi figli, preti e
laici, da tutte le parti, perché tutti pensano di farle del bene. Ma le lacrime
di questa madre, per le infedeltà e le incoerenze dei suoi figli, sono lacrime
vere. “La nostra madre Chiesa – ha detto Papa Francesco – quando è fedele sa
piangere. Quando la Chiesa non piange, qualcosa non va bene. Piange per i suoi
figli e prega! […]. E cosa dice il Signore alla Chiesa? – continua il Papa -
«non piangere. Io sono con te, io ti accompagno, io ti aspetto»”. L'allora
cardinale Jorge Mario Bergoglio, in una intervista per Vatican Insider,
a commento delle tensioni e della fuga di documenti dal Vaticano, ebbe a dire:
“Non devo scandalizzarmi, perché la Chiesa è mia madre: devo guardare ai
peccati e alle mancanze come guarderei ai peccati e alle mancanze di mia mamma.
E quando io mi ricordo di lei, mi ricordo innanzitutto di tante cose belle e
buone che ha compiuto, non tanto delle mancanze o dei suoi difetti. Una madre
si difende con il cuore pieno d’amore, prima che con la parole. Mi chiedo se
nel cuore di molti che entrano in questa dinamica degli scandali ci sia l’amore
per la Chiesa”. Papa Francesco ha ricordato a tutti i cristiani che “non si
appartiene alla Chiesa come si appartiene ad una società, ad un partito o ad
una qualsiasi altra organizzazione”. Tra i cristiani e la Chiesa c’è un legame
viscerale e vitale come quello tra il figlio e la madre; perché, come afferma
sant’Agostino, “la Chiesa è realmente madre dei cristiani”, perché li ha generati
alla fede attraverso il Battesimo. Peccato che tanti cristiani non ricordano la
data del loro battesimo, che è la data della loro nascita alla Chiesa – annota il
Papa – è “la data nella quale la nostra mamma Chiesa ci ha partorito!”, ed ha
esortato tutti i cristiani ad “amare la Chiesa come si ama la propria mamma […],
la aiutiamo ad essere più bella, più autentica, più secondo il Signore”.
Madre Teresa di Calcutta |
Il compito di una madre è quello di aiutare i
figli a crescere bene, di nutrirli, di educarli e di accompagnarli, con affetto
e con amore, nel loro sviluppo. Ma una madre sa anche “correggere, perdonare,
comprendere, sa essere vicina nella malattia, nella sofferenza” e “una buona
mamma aiuta i figli a uscire da se stessi, a non rimanere comodamente sotto le
ali materne, come una covata di pulcini sta sotto le ali della chioccia” […].
“La Chiesa come buona madre […] fa la stessa cosa: accompagna la nostra
crescita trasmettendo la Parola di Dio, che è una luce che ci indica il cammino
della vita cristiana; amministrando i Sacramenti. Ci nutre con l’Eucaristia, ci
porta il perdono di Dio attraverso il Sacramento della Penitenza, ci sostiene
nel momento della malattia con l’Unzione degli infermi. La Chiesa ci accompagna
in tutta la nostra vita di fede, in tutta la nostra vita cristiana”. Questa è
la Chiesa: una madre coraggiosa che “va avanti e fa crescere i suoi figli, dà
loro forza e li accompagna fino all’ultimo congedo”. Come una madre, che con
tenerezza e amore orienta i suoi figli, indicando loro la strada giusta del
bene, e raddrizza il loro cammino quando sbandano e si dirigono verso i burroni
della vita, così la madre Chiesa, “orienta la nostra vita, ci dà degli
insegnamenti per camminare bene” e come una mamma, anche la Chiesa “non insegna
mai ciò che è male”. Una mamma non
impara dai libri ciò che serve alla crescita e all’educazione dei figli, ma
attinge dal suo cuore quello che insegna ai figli per farli crescere bene nella
vita. “L’Università delle mamme è il loro cuore!” – ha detto Papa Francesco.
[dal libro di Antonino Legname, Francesco il traghettatore di Dio, Le Nove Muse Editrice, Catania, Nuova edizione 2015, pp. 123-126].