UNA PAGINA NUOVA PER I CATTOLICI CINESI
Francesco: «La Cina è una terra ricca di grandi opportunità»
di Antonino Legname
Durante il volo di ritorno da Tallinn (Estonia) a Roma, il 25 settembre 2018, Papa Francesco,
parlando con i giornalisti del recente «Accordo» – anche se «Provvisorio» - siglato nei giorni
scorsi a Pechino tra la Santa Sede e la Repubblica Popolare Cinese, ha detto
che «non è un’improvvisazione», ma è frutto di un cammino lungo e paziente e
che alla fine è Lui «il responsabile» della firma. Il Pontefice ci tiene a
precisare che «quando si fa un accordo di pace o un negoziato, ambedue le parti
perdono qualcosa, questa è la regola … E si va avanti. Questo processo è andato
così: due passi avanti, uno indietro, due avanti, uno indietro…; poi sono
passati mesi senza parlarsi, e poi… Sono i tempi di Dio, che assomigliano al
tempo cinese: lentamente…». E dopo lo storico «Accordo Provvisorio» con la Cina,
il Vescovo di Roma, il 26 settembre 2018, ha voluto indirizzare un Messaggio aiCattolici Cinesi e alla Chiesa Universale. Il Pontefice è consapevole del fatto
che in questi ultimi tempi si è venuta a creare tanta confusione nei cuori di
tanti cattolici cinesi, alimentando dubbi e perplessità, soprattutto a causa di
opinioni, considerazioni e «voci» contrastanti sul presente e sul futuro delle
comunità cattoliche in Cina. Nello stesso tempo, però, molti altri hanno
mantenuto un atteggiamento di fiducia e di speranza verso «un avvenire più
sereno per una feconda testimonianza della fede in terra cinese».
Francesco non
dimentica le sofferenze di tanti cattolici cinesi, e le esperienze dolorose,
fino al sacrificio della vita, di tanti fedeli e Pastori, che oggi
costituiscono un prezioso «tesoro spirituale della Chiesa in Cina e di tutto il
Popolo di Dio pellegrinante sulla terra». Papa Francesco confida di aver sempre
guardato la «Cina come a una terra ricca di grandi opportunità e al Popolo
cinese come artefice e custode di un inestimabile patrimonio di cultura e di
saggezza». Oggi la Chiesa cattolica e la Cina fanno un passo molto importante
per crescere nella reciproca amicizia, fatta di dialogo, di rispetto e di
reciproca volontà di «camminare insieme per costruire un futuro comune di più
alta armonia». Il Pontefice tiene a precisare che l’Accordo Provvisorio, «è frutto
del lungo e complesso dialogo istituzionale della Santa Sede con le Autorità
governative cinesi». Giovanni Paolo II e Benedetto XVI avevano molto lavorato,
affinché si creassero le condizioni necessarie, non solo per promuovere
l’annuncio del Vangelo tra il Popolo cinese, ma anche «per raggiungere e
conservare la piena e visibile unità della Comunità cattolica in Cina». La
Chiesa, sostenuta da una «fede pura», è chiamata ad uscire da se stessa per
andare in qualunque latitudine e longitudine ad incontrare e abbracciare gli
uomini d’oggi, che vivono «gioie e speranze», «tristezze e angosce», «povertà e
sofferenza». Un elemento fondamentale per ricostituire «la piena e visibile
unità» della Chiesa in Cina, è «la questione delle nomine episcopali».
Francesco e il Card. cinese John Tong |
Questo è
stato il «pomo della discordia» che aveva impedito fino ad oggi il
raggiungimento di un Accordo tra la Santa Sede e la Repubblica Popolare Cinese.
Finalmente, si mette la parola fine al «fenomeno della clandestinità» che aveva
creato una netta separazione tra i Vescovi cinesi fedeli al Papa cosiddetti «clandestini»
e quelli sottomessi al Governo, considerati «ufficiali». Si tratta – ha
spiegato il Papa - «di debolezza e di errori» di Vescovi, i quali, non poche
volte, hanno dovuto subire una «forte e indebita pressione esterna» da parte delle
autorità civili. Oggi si volta pagina e si scrive un nuovo capitolo inedito
nella Storia della Chiesa. Intanto, il Papa ha «deciso di concedere la
riconciliazione ai rimanenti sette Vescovi “ufficiali” ordinati senza Mandato
Pontificio e, avendo rimosso ogni relativa sanzione canonica, di riammetterli
nella piena comunione ecclesiale». Occorre fare di tutto per sanare le ferite
del passato e per «ristabilire la piena comunione di tutti i Cattolici cinesi»;
inoltre, il Pontefice auspica l’inizio di una «fase di più fraterna
collaborazione». Ancora non conosciamo i termini precisi dell’«Accordo
Provvisorio», che – come spiega il Papa - «pur limitandosi ad alcuni aspetti
della vita della Chiesa ed essendo necessariamente perfettibile, può
contribuire – per la sua parte – a scrivere questa pagina nuova della Chiesa
cattolica in Cina». È un dato di fatto che per la prima volta, tra la Santa
Sede e le Autorità del Governo cinese, è
stato raggiunto un Accordo che «introduce elementi stabili di collaborazione», e
una maggiore garanzia per «assicurare alla Comunità cattolica buoni Pastori». Papa
Francesco chiede a tutti i Cattolici cinesi, Clero e laici, di adoperarsi con
impegno per «cercare insieme buoni candidati che siano in grado di assumere
nella Chiesa il delicato e importante servizio episcopale». D’altra parte non
si può pensare e pretendere che lo strumento giuridico dell’Accordo, riesca a
risolvere tutti i problemi della Comunità cattolica in Cina; occorre, anzitutto,
la volontà e l’impegno di tutti per mantenere l’unità, superando le dolorose
divisioni del passato. Infine, il Pontefice – dopo aver esortato i Cattolici
cinesi ad essere «buoni cittadini», rispettosi delle leggi e delle tradizioni
del loro Paese, sempre a servizio del bene comune - ha rivolto un accorato appello ai Vescovi e
alle persone consacrate affinché non diventino «burocrati e funzionari», ma «missionari
appassionati», capaci di andare «controcorrente» rimanendo saldi nel Signore. E
rivolgendosi ai Governanti della Repubblica Popolare Cinese, Francesco ha
rinnovato l’invito a voler proseguire «con fiducia, coraggio e lungimiranza, il
dialogo da tempo intrapreso». E nello stesso tempo ha assicurato che «la Santa
Sede continuerà ad operare sinceramente per crescere nell’autentica amicizia
con il Popolo cinese». Da parte della Chiesa c’è il forte desiderio di «scrivere
una pagina di più serena e concreta collaborazione» con le Autorità e con il
Popolo cinese; e senza pretendere privilegi, il Papa chiede che si possa
crescere insieme nell’amicizia e nel reciproco
rispetto.