CRISTIANI A TEMPO PIENO
Francesco: «La testimonianza del cristiano è “24 ore su 24”, perché inizia al mattino quando mi alzo fino alla sera quando vado a letto»
di Antonino Legname
Quando
si parla di santità è facile pensare immediatamente ai Santi canonizzati dalla
Chiesa e con l’aureola in testa. Papa Francesco sta facendo di tutto per
aiutarci a comprendere meglio che la santità non è prerogativa di alcuni
fortunati e privilegiati nella Chiesa, ma è vocazione di tutti i battezzati e
di tutti gli uomini di buona volontà, che sanno essere nella quotidianità sale
e luce per gli altri, senza suonare le campane e senza accendere i riflettori.
«Questa è la santità di tutti i giorni – ha detto Francesco nella Meditazione della Messa a Santa Marta, il
12 giugno 2018. La testimonianza del cristiano è “24 ore su 24”, perché «inizia al mattino
quando mi alzo fino alla sera quando vado a letto». Sappiamo che il Mahatma Gandhi aveva un grandissimo rispetto per
Gesù di Nazareth e lo dichiarava apertamente. Un giorno quando gli chiesero
perché non si fosse fatto cristiano rispose: “Anch’io sarei cristiano, se i
cristiani lo fossero 24 ore al giorno”. Bisogna essere cristiani a tempo
pieno.
Non
c’è dubbio che la testimonianza più grande per un cristiano è dare la vita, con
il martirio; ma non è da sottovalutare la testimonianza quotidiana, quella che
si snoda regolarmente durante tutto l’arco della giornata. Tutto ciò che di
ordinario facciamo ogni giorno, se lo facciamo bene e per il bene degli altri
diventa straordinario. Fare tutto con umiltà, senza cercare il plauso umano,
rende le nostre opere bene accette a Dio. Mi piace paragonare l’umiltà al filo
che tiene unite tutte le perle – che sono le nostre buone opere – se il filo si
spezza, tutte le perle si disperdono. Il Pontefice esorta a non essere
protagonisti dei nostri meriti. Senza l’umiltà anche le opere più meritorie
perdono valore agli occhi di Dio. Con molta naturalezza e umiltà bisogna essere
«sale» e «luce» per gli altri – ha ribadito il Papa - Un pizzico di sale
condisce e dà gusto ai cibi; il sale «non insaporisce se stesso», e la luce non
serve per illuminare se stessa, ma per aiutare gli altri a stare meglio,
specialmente nelle ore più buie. «Sembra poca cosa» ma il Signore – ci assicura
il Papa - «con poche cose nostre fa dei miracoli, fa delle meraviglie».
*************************
Sfogliando casualmente un mio vecchio quaderno del 1975, ho
trovato questa bella preghiera sulla santità - tratta dal diario di un prete -
che all'età di 15 anni, quando ancora ero nel Seminario minore di Nicosia, avevo trascritto a mano, perché mi aveva particolarmente
colpito per la sua semplicità e per la profondità spirituale.
Signore, vorrei … !
Signore, vorrei,
- te lo ripeto ancora una volta -
vorrei essere santo!
Vorrei essere santo, o Signore!
Ma non per essere portato in giro
a suon di tamburi e di grancassa.
Non mi piace la banda
e lo scoppiettare dei mortaretti mi urta.
Vorrei essere santo, Signore!
Ma non per essere affumicato
da candele, lumi e ceri
e odorar di incenso.
Ma vorrei essere santo
per farti compagnia nelle chiese di città
e nelle capanne di missione.
Vorrei essere sempre con Te, vicino a Te,
cuore a cuore,
e nella solitudine della Tua dimora,
starmene lì, immobile,
estasiato dall’amore.
Vorrei essere santo, Signore,
come Pietro, Paolo, Saverio,
e di contrada in contrada,
di regione in regione
predicare la Tua Parola,
insegnare a tutti la Via, la Verità e la Vita.
Vorrei ancora essere santo, Signore,
per darti prova del mio amore
come Lorenzo, Agnese, Cecilia.
Se è vero che non c’è amore più grande
di colui che dà la vita per l’amico che ama,
dona anche a me la corona del martirio.
Allora
con la palma tra le mani,
nella porpora del mio sangue
canterò per sempre l’inno dell’Amore.
Ecco la brama del mio cuore:
essere santo, apostolo e martire,
Signore!