LE TRE PREOCCUPAZIONI DEL PAPA
Francesco chiede ai Vescovi italiani di parlare con franchezza: «Non è
peccato criticare il Papa qui! Non è peccato, si può fare»
di Antonino Legname
Nella giornata dedicata a «Maria Madre della Chiesa», il 21 maggio 2018,
Papa Francesco ha incontrato i Vescovi italiani, nell’Aula nuova del Sinodo, in
occasione dell’Assemblea Generale della CEI. Sono tre le preoccupazione che il
Vescovo di Roma ha voluto condividere con i suoi fratelli nell’episcopato, invitandoli a parlare con chiarezza e a rivolgerGli domande, ansie, ispirazioni,
critiche. A tal proposito Francesco li rassicura: «non è peccato criticare il Papa qui! Non è peccato, si può fare». In
quel contesto di fraternità non è vietato parlare al Papa con franchezza, con parresia, senza il timore di essere
irriverenti o peggio giudicati male. La prima preoccupazione che il
Papa ha voluto condividere è «la crisi delle
vocazioni». Qual è la causa principale dello svuotamento dei seminari, delle chiese, dei
monasteri e dei conventi? Quanti ne saranno chiusi nei prossimi anni? Il Papa ha
detto che l’«emorragia di vocazioni» è il «frutto avvelenato della cultura del
provvisorio, del relativismo e della dittatura del denaro, che allontanano i
giovani dalla vita consacrata; accanto, certamente, alla tragica diminuzione
delle nascite, questo “inverno demografico”; nonché agli scandali e alla
testimonianza tiepida». Alla carenza di sacerdoti in certe diocesi d’Italia si
può rispondere con la «concreta e generosa condivisione fidei donum tra le diocesi italiane» - ha proposto Francesco. Sarebbe
arricchente questo scambio tra le Diocesi più ricche di vocazioni che donano
sacerdoti a diocesi in difficoltà per la mancanza di clero. La seconda preoccupazione
di Papa Francesco riguarda lo stile semplice, povero e trasparente che deve
distinguere gli ecclesiastici. Per il Vescovo di Roma, non ci può essere zelo
apostolico senza la testimonianza di una vita povera: «chi crede non può
parlare di povertà e vivere come un faraone». Ed ha ribadito: «È una
contro-testimonianza parlare di povertà e condurre una vita di lusso; ed è
molto scandaloso trattare il denaro senza trasparenza». La terza preoccupazione
del Pontefice è «la riduzione e accorpamento delle diocesi». Francesco è
consapevole che non è un problema facile da risolvere. Nel dopo Concilio, già
Paolo VI aveva cominciato a lamentare l’eccessivo numero delle Diocesi in
Italia ed auspicava un ridimensionamento e la fusione di alcune diocesi troppo
piccole. È una questione annosa – ha fatto notare Francesco – che richiede una
soluzione in tempi brevi, perché quest’«argomento datato e attuale» è stato
trascinato per troppo tempo, e «credo – dice il Papa - sia giunta l’ora di
concluderlo al più presto».