IL GRIDO DEI GIOVANI NELLA CHIESA
Papa Francesco: «Far tacere i giovani è una tentazione che è sempre esistita»
di Antonino Legname
«Un
giovane gioioso è difficile da manipolare» - ha detto Papa Francesco
nell'Omelia della celebrazione della Domenica delle Palme e della Passione del Signore, il 25 marzo 2018 in piazza San Pietro. L'ingresso di Gesù in
Gerusalemme è stato una «festa di popolo». Il Pontefice ha messo in evidenza
alcune esperienze che si incrociano nella vita del popolo: «storie di gioia e
di sofferenza, di errori e di successi che fanno parte del nostro vivere
quotidiano». Anche i cristiani, uomini e donne di questo tempo, vivono le
contraddizioni: sono «capaci di amare molto … e anche di odiare – e molto –;
capaci di sacrifici valorosi e anche di saper “lavarcene le mani” al momento
opportuno; capaci di fedeltà ma anche di grandi abbandoni e tradimenti».
Francesco mette in risalto la gioia che viene sperimentata dai peccatori
perdonati, che hanno ritrovato la fiducia e la speranza. Purtroppo, questa
gioia può risultare scomoda, «assurda e anche scandalosa per quelli che si
considerano giusti e “fedeli” alla legge e ai precetti rituali». Coloro che si
sentono superiori agli altri e confidano nelle proprie capacità e forze non
sono capaci di condividere ed apprezzare la gioia altrui. E per questo sono
pronti a gridare «Crocifiggilo». Papa Francesco spiega che questo grido di
condanna non è spontaneo ma manipolato, costruito ad arte con il disprezzo, la
calunnia e la falsità delle testimonianze. Povero popolo! Facilmente
influenzabile da chi riesce a manipolare la realtà e a creare una versione dei
fatti a proprio vantaggio. Quanta attualità e verità c'è nelle parole del Papa,
specialmente quando mette in luce la furbizia di chi riesce a «incastrare»
altri pur di restare a galla, «di chi non ha scrupoli a cercare i mezzi per
rafforzare sé stesso e mettere a tacere le voci dissonanti … È la voce di chi
vuole difendere la propria posizione screditando specialmente chi non può
difendersi. È il grido fabbricato dagli “intrighi” dell’autosufficienza,
dell’orgoglio e della superbia che proclama senza problemi: “Crocifiggilo,
crocifiggilo!”». Potremmo dire con Gesù: “Chi ha orecchie per intendere,
intenda”. C'è sempre la tentazione di alcuni, anche nella Chiesa, di mettere a
tacere la festa del popolo: «si demolisce la speranza, si uccidono i sogni, si
sopprime la gioia; così alla fine si blinda il cuore, si raffredda la carità». Francesco
esorta a non addormentare la solidarietà, a non spegnere gli ideali, a non
rendere insensibile lo sguardo, a non voler cancellare «la compassione, che è
la debolezza di Dio». E rivolgendosi ai giovani, nella Giornata Mondiale a loro
dedicata, il Papa ha detto di non rassegnarsi al silenzio, ma di gridare con
forza. «Far tacere i giovani è una tentazione che è sempre esistita» - ha
rimarcato - spiegando che «ci sono molti
modi per rendere i giovani silenziosi e invisibili. Molti modi di
anestetizzarli e addormentarli perché non facciano “rumore”, perché non si
facciano domande e non si mettano in discussione. “State zitti voi!”. Ci sono
molti modi di farli stare tranquilli perché non si coinvolgano e i loro sogni
perdano quota e diventino fantasticherie rasoterra, meschine, tristi». Non
bisogna permettere che questo si verifichi - ha concluso Francesco - esortando i
giovani a gridare con forza e coraggio la loro gioia per fare sentire a tutti
l'Osanna della domenica delle Palme e non il «crocifiggilo» del venerdì.