Papa Francesco: «L'omelia
non deve andare oltre i 10 minuti».
di Antonino Legname
«L’omelia non è un discorso di circostanza - neppure una
catechesi come questa che sto facendo adesso -, né una conferenza neppure una
lezione», ha detto Papa Francesco nella Catechesi del Mercoledì 7 febbraio
2018, nell'Aula Paolo VI. Una buona omelia riprende il dialogo aperto tra il
Signore e il suo popolo. In modo particolare il Vangelo, che viene proclamato
dal ministro ordinato - Vescovo, Sacerdote o Diacono - è circondato di particolare
onore e venerazione. L'assemblea che partecipa alla Messa, riconosce nel
Vangelo la presenza di Cristo, che continua ad annunciare la «buona notizia»
che chiama a conversione. Come ci ricorda Papa Francesco - citando
sant'Agostino - «la bocca di Cristo è il Vangelo». Il Pontefice si sofferma
sull'omelia della Messa. Non si può negare che a volte l'omelia annoia perché «è
lunga o non centrata o incomprensibile» - ha ammesso - altre volte è invece il
pregiudizio a fare da ostacolo». A chi fa l'omelia, Papa Francesco consiglia la
brevità e la chiarezza: «non deve andare oltre i 10 minuti». Al contrario,
quando le omelie sono lunghe e poco preparate, i fedeli «si addormentano, altri
chiacchierano o escono fuori a fumare una sigaretta». Il Vescovo di Roma,
ribadisce: «per favore, che l'omelia sia breve e ben preparata», con la
preghiera e con lo studio della Parola di Dio. Purtroppo, a volte capita che
l'omelia sia il momento più sopportato dai fedeli. Francesco racconta di quel
sacerdote che, andando a trovare i suoi genitori in un'altra città, ebbe questa
confidenza dal padre: «Tu sai, sono contento, perché con i miei amici abbiamo
trovato una chiesa dove si fa la Messa senza omelia!». Il Pontefice, a chi fa
l'omelia, dice che «deve essere conscio che non sta facendo una cosa propria,
sta predicando, dando voce a Gesù, sta predicando la Parola di Gesù».