Papa Francesco: «Chi ha paura della verità e della libertà fa
di tutto per bandire Dio»
di Antonino Legname
Nel
1965 il cantautore italiano Francesco Guccini scrisse una canzone intitolata
“Dio è morto”, portata al successo nel 1967 dal gruppo musicale dei “Nomadi”.
Il testo inizialmente fu considerato dalla Rai blasfemo ed offensivo, e fu
subito censurato. Radio Vaticana, invece, lo mise in onda, apprezzandone il
contenuto e il messaggio. “Dio è morto” di Guccini - si disse - non è una
canzone antireligiosa, al contrario, è un “urlo” di denuncia contro i crimini
del nazismo e del razzismo e i falsi miti della società consumistica: Dio viene
ucciso dalle guerre e dagli odi, dai regimi totalitari, “nei campi di sterminio
dio è morto”, nell'edonismo e “nei miti dell'estate, dio è morto”, nel
consumismo e “nelle auto prese a rate, dio è morto” e nei falsi miti della
religione e in tutte le ipocrisie del perbenismo del Novecento “dio è morto”;
ma Dio può risorgere se le nuove generazioni si ribellano, con “una rivolta
senza armi”, ai falsi valori per riappropriarsi del loro futuro e con la forza
della loro speranza per una società migliore, possano gridare: “in ciò che noi
crediamo dio è risorto/ in ciò che noi vogliamo dio è risorto/ nel mondo che
faremo dio è risorto”. Veramente “Dio è morto” quando la fede non dice più
nulla agli uomini d'oggi e la stessa questione su Dio è morta. Magari si
trovassero uomini inquieti nella faticosa ricerca di Dio! Oggi la fede deve fare
i conti con una diffusa indifferenza religiosa. Contrapponendosi
con forza a Nietzsche e al nichilismo moderno, che sfocia nell’ateismo, Martin Buber
dichiarava che Dio non è definitivamente morto, ma si è solo temporaneamente eclissato
[…]. Sono finiti i tempi in cui il mondo occidentale aveva decretato la «morte
di Dio» e l'eclissi della religione? […]. Chi ha decretato l'eclissi di Dio e della religione ha emesso
un giudizio troppo affrettato perché il senso del sacro non si può cancellare
dal “cuore” dell'uomo, così come non si può decidere se l'amore possa
continuare o no a guidare i sentimenti umani o la bellezza a stimolare l'arte
in tutte le sue espressioni. In occasione del viaggio apostolico in
Albania, Papa Francesco, ricordando i decenni di persecuzione cruenta che ha
dovuto subire quel popolo da parte del regime ateo, ha detto: “coloro che
avevano paura della verità e della libertà facevano di tutto per bandire Dio
dal cuore dell’uomo ed escludere Cristo e la Chiesa dalla storia del vostro
Paese […]. Ripensando a quei decenni di atroci sofferenze e di durissime
persecuzioni contro cattolici, ortodossi e musulmani, possiamo dire che
l’Albania è stata una terra di martiri: molti vescovi, sacerdoti, religiosi
fedeli laici, ministri di culto di altre religioni, hanno pagato con la vita la
loro fedeltà. Non sono mancate prove di grande coraggio e coerenza nella
professione della fede”. Dio non è morto! Si sono sbagliati
i cosiddetti «maestri del sospetto» (Feuerbach, Marx, Freud e Nietzsche),
i quali avevano criticato la religione fino a decretare la «morte di Dio». A
queste parole di suffragio nei confronti di Dio ribatte l'ateo Michel Onfray: «Dio
è morto? - e risponde: “È da vedere. Una buona novella come questa avrebbe
dovuto produrre effetti solari” e invece ha portato al “nichilismo” e al “culto
del niente”, alla “passione del nulla”. E lo stesso Onfray ammette che Dio
respira ancora: “Dio […] non è né morto né moribondo” […]. Pur considerando molto serio il problema della “morte di
Dio”, pronosticato dal nichilismo di Nietzsche, ci rendiamo conto che Dio,
forse, si era eclissato un po' e oggi assistiamo ad una rinascita del senso
religioso e ad un risveglio del cristianesimo - nonostante la crisi di fede
all'interno delle Chiese.
[Dal libro di Antonino
Legname, La Teopsia di Francesco. Tra scienza e fede, il nuovo
umanesimo cristiano, integrale, popolare, solidale, inclusivo e
gioioso, Le Nove Muse, Catania 2017, vol. II, pp. 663-668].