LO SMOG DELLA CORRUZIONE
Francesco: «il diavolo sa
per quale porta entrare nel nostro cuore, perché conosce le nostre debolezze»
di Antonino Legname
Nell'Omelia della Messa a Santa Marta, il 10 novembre 2017, Papa
Francesco, prendendo spunto dal racconto evangelico dell'amministratore
disonesto (Lc 16,1-8), ha parlato dello «smog della corruzione» che inquina il
cuore dell'uomo. Di chi si trattava? Francesco spiega che quello era un «personaggio
disonesto che, evidentemente, “aveva la mano lunga” e, sapendo ben
destreggiarsi nelle truffe, andò avanti tanto tempo, fino al momento che l’uomo
ricco se ne accorse». E come ha reagito l’amministratore? - si domanda il
Pontefice. Pur di assicurarsi una vita agiata e sicura entra nel giro della
corruzione: «incomincia a fare “la cordata con altri corrotti”. La strada della
corruzione è larga e allettante; seduce con la promessa del potere. In effetti
- ha detto il Papa - «coloro che fanno le cordate della corruzione sono
potenti; persino arrivano anche ad atteggiamenti mafiosi». E ha sottolineato
che quanto descritto in questa parabola «non è una favola», non è «una storia
che dobbiamo cercare nei libri di storia antica: la troviamo tutti i giorni sui
giornali, tutti i giorni». Infatti, ha aggiunto, «questo succede anche oggi,
soprattutto con quelli che hanno la responsabilità di amministrare i beni del
popolo». Del resto «con i propri beni nessuno è corrotto, li difende». Non c'è
dubbio che i corrotti in genere sono dei tipi furbi e sanno portare avanti con
destrezza, con cortesia e anche con i guanti di seta i loro affari disonesti.
In una società come la nostra, molto competitiva, dove si va avanti a via di
gomitate e di comportamenti arroganti, come può sopravvivere il cristiano? In
altre parole, si domanda Francesco: «Esiste un atteggiamento per quelli che
vogliono seguire Gesù» in modo che «non finiscano male, che non finiscano
mangiati vivi — come diceva mia mamma: “Mangiati crudi” — dagli altri»? Può un
cristiano essere scaltro? Esiste una furbizia cristiana? Papa Francesco
risponde che il cristiano deve imparare ad avere quel fiuto per «andare avanti
senza cadere nelle cordate della corruzione». Sappiamo bene che non è facile
camminare in mezzo al fango senza sporcarsi. Per questo il Papa esorta i
cristiani a tenere gli occhi bene aperti e a stare attenti a quello che succede
attorno a noi. Infatti non bisogna essere così ingenui e sprovveduti fino al
punto di fidarsi subito di chi «parla troppo e promette troppo». Bisogna avere
«quel senso della sfiducia sana». Francesco fa l'esempio di chi desidera fare
un investimento in banca e si fida subito di chi promette interessi eccessivi.
Chi è saggiamente scaltro sa capire dove sta la truffa e l'inganno. Il
Pontefice consiglia di «non essere veloci nell’accettare certe proposte, perché
il diavolo sempre fa così con noi; viene con una finta umiltà». E ricordando
l'inganno subito da Eva, Francesco commenta: «il diavolo sa per quale porta
entrare nel nostro cuore, perché conosce le nostre debolezze. Ognuno ha la
propria. E bussa a quella porta, entra per quella porta». Anche attraverso la
preghiera è possibile raggiungere quella «scaltrezza cristiana» che ti fa
distinguere chiaramente il vetro colorato dalle pietre preziose. La furbizia cristiana è una grazia che, se
viene alimentata dalla prudenza, fa evitare tante delusioni e tante ingenuità
che spesso portano a sbagliare o a cadere nella corruzione.