LA CHIESA NON È UN MERCATO
Francesco: «Io avrei voglia di prendere una frusta quando
vedo alcune segreterie parrocchiali con l’elenco dei prezzi»
Antonino Legname
Ancora una volta Papa Francesco ci mette di fronte alla radicalità
delle esigenze del Vangelo e alle nostre responsabilità di Chiesa. «Edificare,
custodire e purificare la Chiesa» è l'invito che il Vescovo di Roma ha rivolto a tutti i
cristiani durante l'Omelia della messa celebrata a Santa Marta, il 9 novembre
2017, giorno in cui si celebra la dedicazione della Basilica Lateranense, che è
la Cattedrale della diocesi di Roma e la «madre di tutte le chiese». Anzitutto,
occorre continuare a edificare la
Chiesa sul fondamento di Gesù Cristo; Lui è la pietra d'angolo di questo
edificio. Francesco dice che bisogna diffidare di coloro che, per esempio,
dicono: «Conosco una signora che è veggente e le è apparsa la Madonna e le ha
detto di questo: va bene, che i veggenti parlino delle loro cose - ha detto il
Papa - ma il fondamento è Gesù Cristo, lui è la pietra d’angolo in questo
edificio»; se viene a mancare questo fondamento tutto l'edificio crolla. «Senza
Gesù Cristo non c’è Chiesa». E di questo edificio, che è la Chiesa, «noi siamo
delle pietre vive». Il Papa ci ricorda che «in una costruzione, quando si
edifica una casa, un tempio, si cerca di fare in modo che le pietre siano ben
messe una con l’altra, che siano allineate: non uguali, perché secondo la
misura qualcuna dev’essere più piccola, qualcuna più grande, più larga non
tanto...». Perciò «ognuna delle pietre è differente, ognuno di noi è
differente; e questa è la ricchezza della Chiesa». Tanto che «ognuno di noi
costruisce secondo il dono che Dio ha dato. Non possiamo pensare a una Chiesa uniforme: questo non è Chiesa». Nel
corpo umano le membra non sono uguali e non svolgono tutte la stessa funzione,
ma tutte hanno bisogno le une delle altre, «si completano». Così è di coloro che
costituiscono il Corpo mistico di Gesù, che è la Chiesa, tutti uniti nella
diversità. «Per questo - ha detto Francesco - la Chiesa non può essere
uniforme; dev’essere diversa ma unita in questa armonia sul fondamento di Gesù
Cristo». Non ci può essere un cammino insieme, sinodale, se si ha paura delle
differenze. Invece, bisogna «spaventarsi quando qualcuno vuole rendere tutto
uguale: no, - ha ribadito Francesco - questo non va, questo non è Chiesa». Si
deve costruire la Chiesa nella diversità armonica e nella carità: «se noi ci
vogliamo bene, ci sarà armonia; se noi lottiamo uno contro l’altro,
chiacchieriamo, non ci sarà armonia e l’edificio crollerà». Il vero costruttore
dell'armonia nella Chiesa è lo Spirito Santo; questa dolce presenza dello
Spirito ci spinge a custodire la Chiesa, per «custodire lo Spirito e non
rattristarlo». E per non rattristare lo Spirito dobbiamo purificare la Chiesa,
cioè ognuno di noi, perché - come ci ricorda il Papa - «noi siamo tutti
peccatori, tutti» e aggiunge: «Se qualcuno di voi non lo è, alzi la mano,
perché sarebbe una bella curiosità: tutti lo siamo e per questo dobbiamo
purificarci continuamente, e anche purificare la comunità: la comunità
diocesana, la comunità cristiana, la comunità universale della Chiesa per farla
crescere». Da che cosa dobbiamo purificarci? Da tanti mercati: «il mercato
della mondanità, il mercato dei soldi, il mercato della vanità». Questi sono i
nostri peccati che sporcano la Chiesa. La riflessione del Papa diventa ancora
più concreta e attuale quando tocca la realtà di certi usi e abusi nelle
chiese: «Io avrei voglia di prendere una
frusta quando vedo alcune segreterie parrocchiali con l’elenco dei prezzi: per
un battesimo» e via dicendo. «Ma questa non è la Chiesa, questo è un mercato»
ha detto il Pontefice. «Questo è un esempio» ha aggiunto, «ma è il mercato
della vanità, il mercato che io vado a questa associazione e poi voglio
arrampicarmi». Bisogna invece «purificare, ma non guardando i peccati altrui,
dell’altro: il mio peccato. E il mio peccato è quello che fa della Chiesa un
mercato». Alla fine, Francesco ha invitato tutti a pregare per «la nostra santa
madre Chiesa gerarchica», perché noi suoi figli ci impegniamo a edificarla,
custodirla e purificarla con una vita cristiana più degna.