LE STRADE NON SONO PISTE DI «FORMULA UNO»
Papa Francesco: «Sensibilizzazione
e accrescimento del senso civico, sia nel settore stradale che in quello
ferroviario»
di Antonino Legname
Purtroppo, oggi bisogna «fare i conti con lo scarso senso di
responsabilità da parte di molti conducenti, che sembrano spesso non avvedersi
delle conseguenze anche gravi della loro disattenzione (per esempio con l’uso
improprio dei cellulari) o della loro sregolatezza». Con queste parole, Papa
Francesco si è rivolto ai Dirigenti e Agenti della Polizia Stradale e della
Polizia Ferroviaria, durante l'incontro in Vaticano il 20 novembre 2017. Non
c'è dubbio che in un mondo come il nostro, dove si moltiplicano gli spostamenti
con i mezzi di trasporto, occorre rendere più sicure e più efficienti le strade
e le ferrovie. Francesco denuncia lo stile imprudente di guidare a causa della
fretta o della competitività, come se le strade fossero delle piste di «formula
uno» e la linea dei semafori «punto di
partenza di un gran premio». Il Pontefice è consapevole che per arginare questo
grave problema non bastano le sanzioni, ma «è necessaria un’azione educativa,
che dia maggiore consapevolezza delle responsabilità che si hanno nei confronti
di chi ci viaggia accanto». Occorre puntare sull'«azione di sensibilizzazione e
accrescimento del senso civico, sia nel settore stradale che in quello
ferroviario». Specialmente le ferrovie devono essere potenziate e rese più
sicure. Francesco lamenta i tanti disagi che devono spesso sopportare milioni
di pendolari e di viaggiatori, a volte mettendo a rischio anche la loro vita a
causa di incidenti anche mortali. A coloro che lavorano nel settore delle
ferrovie, il Vescovo di Roma ha ricordato: «quello che incontrate ogni giorno
nelle ferrovie è come un microcosmo, dal quale passano le realtà più diverse e
con il quale viaggiate, per offrire sicurezza, prevenzione e repressione dei
reati». Ed ha raccomandato di affrontare le situazioni di controllo e di
repressione, dove è necessario, con grande saggezza e autocontrollo, in modo
tale che «l'uso della forza non degeneri mai in violenza». In certe situazione,
si richiede anche l'uso della misericordia - ha detto il Papa - spiegando che
questo stile misericordioso non è sinonimo di debolezza, né tantomeno rinuncia
della forza quando è necessario. In ogni caso - conclude - bisogna «essere
capaci di non identificare il colpevole con il reato che ha commesso» e «ad
ognuno è chiesto di farsi carico della sua parte di responsabilità, mettendo in
campo tutte le energie di cui dispone per contrastare l’egoismo, l’ingiustizia,
l’indifferenza».