IL GESTO DI SAN PETRONIO
Francesco a pranzo con i poveri: «Siete al
centro di questa casa»
di Antonino Legname
Verrà ricordato
come «il gesto di San Petronio». Pranzando con i poveri, i rifugiati, i
detenuti dentro la maestosa Basilica di San Petronio a Bologna, il 1° ottobre
2017, Papa Francesco ha voluto esprimere in maniera tangibile la centralità dei
poveri nella Chiesa, che è la casa di tutti, specialmente degli esclusi e di
chi vive ai margini della società. Non è così facile entrare nella logica del
Vangelo che riserva un posto privilegiato agli ultimi. I poveri sono la carne di Cristo e per questo sono
anche i privilegiati: «Siete al centro di questa casa. La Chiesa vi
vuole al centro - ha ribadito il Pontefice - Non prepara un posto qualsiasi o
diverso: al centro e assieme. La Chiesa è di tutti, particolarmente dei poveri.
Siamo tutti degli invitati, solo per grazia». Nella stessa giornata, incontrando
il clero e i seminaristi nella Cattedrale di San Pietro a Bologna, Francesco ha
spiegato perché gli è piaciuto il pranzo con i poveri: «non tanto perché la
lasagna fosse molto buona, ma mi è piaciuto perché c’era il popolo di Dio,
anche i più poveri, lì, e i pastori erano lì, in mezzo al popolo di Dio». Già
nel messaggio per la I Giornata Mondiale dei Poveri, il 13 giugno 2017,
Francesco aveva detto che «se vogliamo incontrare realmente Cristo, è
necessario che ne tocchiamo il corpo in quello piagato dei poveri». Con il gesto
di San Petronio, Papa Francesco ha voluto offrire, ancora una volta, la carezza
e la vicinanza della Madre Chiesa ai suoi figli meno fortunati. Questa
esperienza dovrebbe educare e sensibilizzare di più i cristiani alla
condivisione come stile di vita. Come si fa a condividere la mensa del pane
celeste senza condividere la mensa del pane terrestre? A chi riesce difficile capire
il messaggio eloquente del pranzo con i poveri a San Petronio, l'arcivescovo di
Bologna, Mons. Matteo Maria Zuppi, spiega: «quello che è successo non significa
desacralizzare anzi ci aiuta a capire ancora meglio e a sentire ancora più
umana l’Eucarestia», che è la massima espressione della carità e della
condivisione. Papa Francesco ci ricorda che nella preghiera che ci ha insegnato
Gesù si dice: il «nostro» pane quotidiano; è il pane di tutti.
I beni della
terra devono essere condivisi e non accumulati. In un'intervista il Pontefice
ha detto che, se citasse testualmente alcuni brani delle omelie dei Padri della
Chiesa dei primi secoli, su come si devono trattare i poveri, qualcuno lo
accuserebbe di marxismo. Forse abbiamo dimenticato le parole forti e sempre
attuali del santo vescovo Giovanni Crisostomo: «Se volete onorare il corpo di
Cristo, non disdegnatelo quando è nudo; non onorate il Cristo eucaristico con
paramenti di seta, mentre fuori del tempio trascurate quest’altro Cristo che è
afflitto dal freddo e dalla nudità».
In tante occasioni, Papa Francesco ha ribadito che «questa attenzione per i
poveri è nel Vangelo, ed è nella tradizione della Chiesa, non è un’invenzione
del comunismo e non bisogna ideologizzarla». Quando il Papa esorta a vincere la
«globalizzazione dell'indifferenza» non lo fa per interessi politici o per fini
ideologici, ma per rispondere alla chiamata del Vangelo che spinge tutti gli
uomini di buona volontà a costruire un mondo nuovo e solidale dove ci si prende
cura l'uno dell'altro.