LA POLITICA «KERIGMATICA»
DI FRANCESCO
Il Papa fa Politica
con la «P» maiuscola
CARITA' POLITICA: LAVORARE INSIEME PER IL BENE COMUNE E PER COSTRUIRE LA CIVILTA' DELL'AMORE |
di Antonino Legname
Oggi parlare di carità politica può sembrare un controsenso;
la politica è infatti associata, a volte anche a ragione, a qualcosa di sporco,
alla corruzione, agli affari privati o di parte, o comunque a qualcosa che
appare lontano dai principi evangelici dell'amore, della giustizia, dell'onestà
e della pace, ed ancor più lontano da un termine tanto impegnativo come quello
di carità. In realtà non è sporca la
politica, ma è sporco solo quello che noi riusciamo a sporcare. Fatta questa
premessa, mi sento di dire che per un Papa fare «Politica» è un dovere. Se il
Papa non facesse Politica, quella con la «P» maiuscola, non sarebbe un buon
Papa. Già Paolo VI diceva che la Politica è la forma più alta di carità, è una
maniera esigente di vivere la carità a servizio degli altri, specialmente dei più poveri. E don Luigi Sturzo parlava di «carità
politica», nel senso di impegno concreto per la ricerca e la realizzazione del
bene comune. Se la carità non viene pensata in grande e non entra nella politica, cioè non raggiunge i Palazzi del potere, dove si decidono a livello legislativo le sorti dei più
poveri e dei più deboli, si trasforma in mero assistenzialismo e in elemosina
occasionale e tampone. Solo se la carità si fa «Politica» contribuisce ad
interrompere quei circuiti perversi di oppressione dell'uomo sull'uomo a livello
legislativo, sociale e culturale che creano povertà, scarto ed emarginazione. Non
dimentichiamo che Gesù di Nazaret è venuto nel mondo «per annunziare ai poveri un lieto
messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista;
per rimettere in libertà gli oppressi» (Lc 4,18). È questo il messaggio rivoluzionario
del Vangelo, già preannunciato dal profeta Isaia. Ci sono coloro che vorrebbero
relegare la religione alla sfera privata e vedrebbero bene un Papa rinchiuso
nella sua aurea di sacralità, lontano dai problemi concreti della gente, e che
predicasse un cristianesimo disincarnato dalla realtà sociale e politica. E dove
vanno a finire i principi della Dottrina sociale della Chiesa? Quante Encicliche
i Papi hanno scritto nel corso dei secoli, e quanti interventi pubblici e
messaggi per enunciare i diritti dei più deboli e per denunciare le ingiustizie
sociali e certe forme di economia che creano disuguaglianze e sperequazioni sociali! La politica di papa
Francesco è «autenticamente cristiana» perché kerigmatica, cioè incentrata sul messaggio d'amore del Vangelo; non
è una politica di parte, né ideologizzata. Per comprendere la politica di
questo Pontefice occorre individuare un leitmotiv,
una chiave di lettura importante: per Francesco il mondo è la casa comune,
nella quale nessuno si deve sentire straniero; i suoi discorsi al Parlamento
Europeo e al Consiglio d’Europa, a Strasburgo nel viaggio del 25 novembre del
2014, e anche quelli pronunciati davanti all’Assemblea plenaria del Congresso
degli Stati Uniti e all’Onu, e gli interventi e i messaggio alla FAO, sono tutti
incentrati sul servizio al bene comune e sulla difesa della dignità dell'uomo,
di ogni uomo a qualunque razza, cultura, religione, nazione appartenga. In
questo senso, la politica di Francesco ha un afflato universale che mira ad
armonizzare le differenze, senza distruggere le legittime particolarità e
peculiarità dei singoli popoli. Questa è la scommessa politica di Francesco: un
mondo in pace che raccoglie, come in una grande città, tutti gli uomini, la cui lingua comune è quella dell'amore. Questo è il sogno politico di papa Francesco
che sa guardare la totalità di questo nostro mondo globalizzato, unito nelle
legittime differenze, dove c'è spazio per tutti e per ciascuno. Sarebbe una
grande omissione se il Papa non si occupasse con fermezza e determinazione
evangelica di «carità politica», che è un aspetto fondamentale della
misericordia, proprio perché si incontra con i bisogni reali della gente e mette al
centro della propria azione la dignità della persona umana e il diritto alle
tre «T»: «Tierra», «Techo», «Trabajo» (Terra, Casa, Lavoro). È quanto mai
urgente per la Chiesa, Popolo di Dio, tornare a fare Politica, con la «P» maiuscola, per contribuire
a favorire e a rafforzare il legame tra la gente e le istituzioni. Ovviamente,
occorre soprattutto aiutare i fedeli laici a formarsi una coscienza alla carità politica affinché
siano fermento vivo ed efficace di giustizia e di pace nella società di oggi.