DIFFIDA DI CHI TI INCENSA
Francesco:
«L'ipocrisia non è il linguaggio dei
cristiani»
di Antonino Legname
Nell'Omelia della Messa a Santa Marta ,il 6 giugno 2017, Papa Francesco ha parlato del grave vizio
dell'ipocrisia adulatrice, che è capace di distruggere le persone e le comunità:
«Un vero cristiano non può essere ipocrita e un ipocrita non è un vero
cristiano». Francesco spiega chi sono e come si comportano gli ipocriti; sono
coloro che hanno una «doppia faccia», perché «fanno vedere una cosa ma ne
pensano un’altra»; sono coloro che emettono giudizi sugli altri. E senza mezzi
termini, il Papa dice che «l’ipocrisia non è il linguaggio dei cristiani». Chi
si comporta da ipocrita utilizza in qualche misura l'adulazione. «L’ipocrita
sempre è un adulatore, o in tono maggiore o in tono minore, ma è un adulatore».
Francesco racconta di un prete, il quale «poveretto, si beveva tutte le
adulazioni che gli facevano, era la sua debolezza. E i compagni dicevano di lui
che aveva imparato male la liturgia», perché non aveva compreso bene il vero
senso dell’«incensazione». L'adulatore ama incensare gli altri e usa la tecnica
subdola di esagerare per accrescere la vanità: «ti fa vedere che ti vuole bene,
sempre ti gonfia, per raggiungere il suo scopo». Bisogna guardarsi dagli
ipocriti adulatori, i quali con la loro «doppia faccia» fanno una domanda
giusta ma «con un’intenzione ingiusta». Gesù, agli ipocriti e agli ideologi
della verità, risponde sempre mostrando la realtà dei fatti, senza
mistificazioni. Non c'è dubbio che il linguaggio dell'ipocrisia «è il
linguaggio dell’inganno, è lo stesso linguaggio del serpente a Eva - dice il
Papa - Incomincia con l’adulazione: “No... se voi mangiate di questo sarete
grandi, conoscerete tutto...”». E poi non si fanno attendere molto le conseguenze distruttive dell'ipocrisia
che «uccide le persone, persino strappa la personalità e l’anima di una
persona. Uccide le comunità». E Francesco ha avvertito che: «quando ci sono
ipocriti in una comunità c’è un pericolo grande lì, c’è un pericolo molto
brutto». Perciò «il Signore Gesù ci ha detto: “Sia il vostro parlare: sì, sì,
no, no. Il superfluo procede dal maligno”. È stato chiaro». E a tale riguardo,
ha ricordato Francesco, «Giacomo nella sua lettera è più forte ancora: “Il
vostro sì sia sì e il vostro no sia no”». L'ipocrisia è la peste dei rapporti
umani e fa tanto male alla vita della comunità. Perché, ha ribadito il
Pontefice, «l’ipocrita è capace di uccidere una comunità. Sta parlando
dolcemente, sta giudicando bruttamente una persona. L’ipocrita è un uccisore». Francesco
conclude la sua riflessione con una preghiera al Signore perché «ci custodisca
per non farci cadere nel vizio dell'ipocrisia, del truccarci l’atteggiamento ma
con cattive intenzioni […]: “Signore, che io mai sia ipocrita, che sappia dire
la verità e se non posso dirla, stare zitto, ma mai, mai, un’ipocrisia”».