L'EDUCAZIONE
SOCIO-INTEGRATA
PER ARMONIZZARE LA «TESTA»,
IL «CUORE» E LE «MANI»
Papa Francesco: «Viviamo in un contesto di consumismo molto
forte … È urgente recuperare quel principio spirituale così importante e
svalutato: l’austerità».
DALL'HOMO ABILIS ALL'HOMO CONSUMENS |
di Antonino Legname
Papa Francesco, il 19 giugno 2017, ha dato inizio al Convegno diocesano di Roma sul tema delicato e urgente che interpella la
famiglia di oggi: «accompagnare i genitori nell’educazione dei figli
adolescenti». Quando si affronta questo argomento non si può essere
nominalisti, nel senso che non bisogna cadere nell'astrazione e nella generalizzazione.
Quasi quasi bisogna pensare alla famiglia in «dialetto» - consiglia il Papa - proprio
per essere più vicini alla realtà e alle sfide di oggi. Non c'è dubbio che i
problemi delle famiglie della grande città e della metropoli si presentano e si
affrontano in maniera diversa che nei piccoli centri di paese. Papa Francesco
focalizza l'attenzione su alcune esperienze quotidiane e concrete che vivono le
famiglie: dalle difficoltà lavorative a quelle economiche e relazionali. Il
Vescovo di Roma si sofferma su un aspetto importante della situazione attuale delle
nostre famiglie, le quali vanno perdendo i legami nel tessuto sociale e sono
costrette a vivere in una «società liquida», che sta diventando sempre più «gassosa»,
nel senso di una società «volatile» e «sradicata». Oggi si va perdendo la
memoria e la radice. «E quando non ci sono radici - avvisa il Papa - qualsiasi
vento finisce per trascinarti». Quando si perdono le radici si vive da
alienati. Il Papa continua ad insistere sul ruolo insostituibile che hanno i
nonni nella crescita e nell'educazione dei nipoti. I nonni sono la radice della
famiglia e della società. Francesco esorta i genitori a «fare spazio ai figli
per parlare con i nonni». E chiede che i nonni vengano valorizzati in questa
nostra società che fa di tutto per scartarli «perché non producono». Il Papa ripropone
la storiella, che da bambino gli venne raccontata dalle sue due nonne, e che
gli è rimasta impressa nella memoria: «C’era
una volta in una famiglia il nonno vedovo: abitava in una famiglia, ma era
invecchiato e quando mangiavano un po’ gli cadeva la zuppa o la bava e si
sporcava un po’. E il papà ha deciso di farlo mangiare da solo in cucina, “così
possiamo invitare amici…”. Così è stato. Alcuni giorni dopo, torna dal lavoro e
trova il bambino che giocava con un martello, i chiodi, i legni… “Ma cosa stai
facendo?” – “Un tavolo” – “Un tavolo, perché?” – “Un tavolo per mangiare” – “Ma
perché?” – “Perché quando tu invecchi, possa mangiare da solo, lì”. Questo
bambino aveva capito con intuizione dove c’erano le radici». E in merito alla
non facile fase di crescita degli adolescenti, il Papa ha espresso una sua
preoccupazione: «Un figlio che vive la sua adolescenza (per quanto possa essere
difficile per i genitori) è un figlio con futuro e speranza. Mi preoccupa tante
volte la tendenza attuale a “medicalizzare” precocemente i nostri ragazzi.
Sembra che tutto si risolva medicalizzando, o controllando tutto con lo slogan
“sfruttare al massimo il tempo”, e così risulta che l’agenda dei ragazzi è
peggio di quella di un alto dirigente». È verissimo! I genitori fanno di tutto
per riempire con attività di vario genere il tempo a disposizione dei loro figli.
A volte, sbagliando, si pensa che l'adolescenza sia una patologia da
combattere. Gli educatori devono convincersi che l'adolescenza fa parte della
crescita normale dei ragazzi; è un movimento vitale e naturale fatto di
cambiamenti, di incertezze, di speranze, di gioie e anche di angosce, di
sconfitte e di desolazioni. «I nostri ragazzi e le nostre ragazze cercano di
essere e vogliono sentirsi – logicamente – protagonisti. Non amano per niente
sentirsi comandati o rispondere a “ordini” che vengano dal mondo adulto». I
ragazzi hanno bisogno di stimoli continui per mettersi alla prova e per
avvertire quel senso di «vertigine» che li faccia sentire vivi. Il Papa
consiglia di proporre ai ragazzi «mete ampie, grandi sfide» e di aiutarli a
realizzarle. Ma non devono essere lasciati soli o in balia delle tante pseudo
proposte allettanti ma pericolose che mettono a rischio la vita degli adolescenti.
Per educare i ragazzi di oggi occorre superare quel «modello di istruzione meramente
scolastico, solo di idee. No - dice Francesco
- Bisogna seguire il ritmo della loro crescita. E’ importante aiutarli
ad acquisire autostima, a credere che realmente possono riuscire in ciò che si
propongono». Infine, il Papa propone un tipo di «educazione integrata». Che
cosa significa in concreto? Questo tipo di educazione «socio-integrata» è
finalizzata ad armonizzare a livello personale e sociale i tre aspetti della
vita: la «testa», il «cuore» e le «mani». In altre parole: l'intelletto, gli
affetti e l'azione. Gli adolescenti devono essere aiutati ad integrare nella
loro vita questi tre linguaggi; solo così potranno sentirsi attivi e
protagonisti dei loro processi di crescita. Purtroppo, lamenta il Papa, «abbiamo
concentrato l’educazione nel cervello trascurando il cuore e le mani. E questa
è anche una forma di frammentazione sociale». Un altro aspetto da non
sottovalutare nella crescita dei figli è l'educazione alla essenzialità. In una
società consumistica come la nostra, nella quale «dopo il cibo, le medicine e i
vestiti, che sono essenziali per la vita, le spese più forti sono i prodotti di
bellezza, i cosmetici … e poi, le mascotte [gli animali da compagnia]». Papa
Francesco avverte che ci sono tanti rischi nel consumismo eccessivo e patologico:
«siamo spinti a consumare consumo, nel senso che l’importante è consumare sempre.
Un tempo, alle persone che avevano questo problema si diceva che avevano una
dipendenza dalla spesa. Oggi non si dice più: tutti siamo in questo ritmo di
consumismo. Perciò, è urgente recuperare quel principio spirituale così
importante e svalutato: l’austerità. Siamo entrati in una voragine di consumo e
siamo indotti a credere che valiamo per quanto siamo capaci di produrre e di
consumare, per quanto siamo capaci di avere. Educare all’austerità è una
ricchezza incomparabile». E' quanto mai urgente mettere un freno al consumismo sfrenato!