I PASSI IRREVERSIBILI
DELLA RIFORMA DI FRANCESCO
"Non lasciamoci vincere dalla tentazione
dell’attaccamento
a un passato glorioso"
di Antonino Legname
Oggi il Papa ha ricevuto in udienza i partecipanti
alla prima Assemblea Plenaria della Segreteria per la Comunicazione. Il tema trattato nella Plenaria è uno di quelli
che stanno molto a cuore al Papa, come lui stesso ha riferito: “si tratta di studiare criteri e modalità
nuovi per comunicare il Vangelo della misericordia a tutte le genti, nel cuore
delle diverse culture, attraverso i media che il nuovo contesto
culturale digitale mette a disposizione dei nostri contemporanei”. Papa
Francesco ricorda che questo Dicastero compirà due anni il prossimo 27 giugno, e
“si presenta in piena riforma”. E a proposito dell'opera di «riforma» in atto della
Curia Romana, il Pontefice ha detto che “non
dobbiamo avere paura di questa parola”. Ed ha spiegato che la “riforma non è «imbiancare» un po’ le
cose: riforma è dare un’altra forma alle cose, organizzarle in un altro modo. E
si deve fare con intelligenza, con mitezza, ma anche, anche – permettetemi la
parola – con un po’ di «violenza», ma buona, della buona violenza, per
riformare le cose”. Si tratta di procedere con determinazione e, quando è necessario per il bene della Chiesa, anche con fermezza. Il processo di riforma di questo nuovo Dicastero delle
Comunicazioni “sta muovendo ormai passi
irreversibili”, ha detto il Papa, ricordando che in questo modo il sistema
comunicativo della Santa Sede, che “nasce
dall'esigenza della cosiddetta «convergenza digitale» risponderà sempre meglio
alle esigenze della missione della Chiesa”. Francesco ha comunicato che a
breve «L'Osservatore Romano» e anche la Libreria Editrice Vaticana, l’antica
Tipografia Poliglotta Vaticana “entreranno a far parte della grande comunità di
lavoro del nuovo Dicastero, e questo richiederà la disponibilità ad
armonizzarsi con un nuovo disegno produttivo e distributivo”. E rivolgendo lo sguardo
alla storia, il Papa ha ricordato che il patrimonio di esperienze preziose del
passato deve essere conservato, valorizzato e nello stesso tempo usato come
spinta coraggiosa verso il cammino futuro. Ma non bisogna vivere di nostalgie: “Non lasciamoci vincere dalla tentazione
dell’attaccamento a un passato glorioso; facciamo invece un grande gioco di
squadra per meglio rispondere alle nuove sfide comunicative che la cultura oggi
ci domanda, senza paure e senza immaginare scenari apocalittici”. Infine, Francesco
chiede agli operatori della comunicazione di lasciarsi sempre guidare nelle loro
scelte e nel loro lavoro da un criterio basilare, che è quello “apostolico, missionario, con una speciale
attenzione alle situazioni di disagio, di povertà, di difficoltà”.