Prima parte
TORNARE ALLE RADICI DEL VANGELO PER "UNA CHIESA POVERA PER I POVERI"
«La corruzione è come un cancro che va consumando
la vita quotidiana della nostra gente»
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Papa Francesco e Nostra Signora Aparecida |
di Antonino Legname
Papa
Francesco l'8 maggio 2017 ha inviato una Lettera in lingua spagnola ai
partecipanti alla XXXVI Assemblea Generale del Consiglio Episcopale Latinoamericano
(CELAM), che si svolge dal 9 al 12 maggio a San Salvador sul tema: “Una Chiesa povera per i poveri”. In
questa Lettera il Pontefice, anzitutto fa memoria dei 300 anni di Nostra
Signora di Aparecida, ricordando il tempo in cui un gruppo di pescatori uscì,
come era d'uso, a gettare le reti. Uscirono per guadagnarsi la vita e furono
sorpresi dalla scoperta di una piccola immagine tutta coperta di fango. Era Nuestra
Señora de la Concepción che per 15 anni rimase nella casa di uno di quei
pescatori e lì la gente si riuniva a pregare e Lei li aiutava a crescere nella
fede. Il Papa annota che sebbene siano passati 300 anni, «Nostra Signora di
Aparecida ci fa crescere, ci immerge nel cammino del discepolato. Aparecida è
una scuola di discepolato». Francesco, nella sua Lettera evidenzia tre aspetti:
il primo riguarda i pescatori,
«non erano molti, un gruppetto di uomini che ogni giorno uscivano per
affrontare la giornata e l'incertezza di quello che avrebbe dato il fiume.
Uomini che vivevano con l'insicurezza di non sapere quale sarebbe stato il
“guadagno” della giornata. Incertezza che non era facile gestire quando si
tratta di portare a casa il cibo e soprattutto quando ci sono in casa bambini
da sfamare». Bergoglio mette in luce le difficoltà di quei pescatori che
conoscono per esperienza l'ambivalenza che c'è tra la generosità del fiume e
l'aggressività dei suoi straripamenti. Sono uomini abituati ad affrontare le
difficoltà con vigore e con una certa santa «testardaggine»; sono coloro che
ogni giorno non smettono - perché non possono -
di gettare le reti. Questa immagine ci aiuta ad avvicinarci alla vita di
tanti nostri fratelli: «vedo i volti di persone che, al mattino presto fino a
tarda notte, escono per guadagnarsi da
vivere. E lo fanno con l'insicurezza di non sapere quale sarà l'esito».
E ciò che fa più male - lamenta Francesco - è vedere che, quasi ordinariamente,
escono e si devo scontrare con uno dei peccati più gravi che affligge oggi il
nostro Continente: «la corruzione». Francesco non usa mezzi termini per
condannare la corruzione che distrugge vite umane riducendole alla più estrema
povertà; che distrugge intere popolazioni costringendole a vivere nella
povertà. «La corruzione è come un cancro che va consumando la vita quotidiana
della nostra gente». Il Papa ammira
coloro che escono per lottare contro questa piaga sociale. Il
secondo aspetto è la Madre:
«Maria conosce in prima persona la vita dei suoi figli … È una madre che sta
attenta e accompagna la vita dei suoi». La troviamo là dove non ci si aspetta.
Nella storia di Aparecida la troviamo in mezzo al fiume circondata di fango.
«Là aspetta i suoi figli, là sta con i suoi figli in mezzo alle lotte e alle
ricerche. Non ha paura di immergersi con loro nelle vicissitudini della storia
e, se necessario, insudiciarsi per rinnovare la speranza. Maria appare là dove
i pescatori gettano le reti e dove gli uomini cercano di guadagnarsi da
vivere». Infine, l'incontro.
«Le reti non sono riempite di pesce, ma di una presenza che ha riempito la loro
vita e ha dato loro la certezza che nelle loro aspirazioni, nelle loro lotte
non erano soli». Il Papa annota: «C'è
stato l'incontro di questi uomini con Maria». Dopo averla pulita e restaurata
la portarono in una casa dove rimase per un po' di tempo. Quella casa fu il
luogo dove i pescatori della regione si riunivano con la Aparecida. E questa
presenza si fece comunità, Chiesa. «Le reti non si riempirono di pesci ma si
trasformarono in comunità». Ad Aparecida si trova la dinamica del Popolo
credente che si confessa peccatore e salvato, un popolo solido e testardo
consapevole del fatto che la loro rete, cioè la loro vita, è piena di una
presenza che li incoraggia a non perdere la speranza; una presenza che si
annida nella quotidianità della casa e delle famiglie. Papa Francesco tiene a
precisare che «non si offrono ricette ma chiavi, criteri, piccole grandi
certezze per illuminare e soprattutto per “incendiare” il desiderio di
toglierci di dosso tutta quella roba non necessaria per tornare alle radici,
all'essenziale, a quell'atteggiamento che piantò la fede nella Chiesa delle
origini».
[Mia traduzione dallo spagnolo]
Scena del ritrovamento dell'immagine di Nostra Signora Aparecida |